Quanti sono attratti dalla neve e da quei paesaggi fiabeschi visti mille volte in tv; purtroppo la realtà è un'altra e vivere in posti dove la neve è abbondante e il freddo è intenso non è affatto semplice. A tal proposito lo sa bene un trentenne, Tyson Steele, che ha trascorso 22 giorni sommerso dalla neve, fra i ghiacci in una regione dell'Alaska a causa di un incendio che ha letteralmente bruciato la sua casa. Il giovane è stato salvato da alcuni agenti di polizia che, sorvolando con l'elicottero la zona, hanno notato la scritta SOS tracciata sulla neve dallo stesso Steele. Il trentenne ha sottolineato come sia sopravvissuto, mangiando burro di arachidi e ananas e abbia costruito una capanna per tentare di sopravvivere dopo che l'incendio ha distrutto la sua casa e ha causato la morte del suo cane Phil.
L'allarme alle autorità è stato dato dalla famiglia e dagli amici di Steele dopo che, per settimane, avevano perso ogni contatto. L'incendio è divampato dopo che il trentenne ha messo del cartone nella vecchia stufa a legna. Questo ha fatto scattare una scintilla verso l'alto e conseguentemente il tetto della casa ha preso fuoco; immediatamente Steele ha indossato dei vestiti, stivali senza calze ed è corso fuori ricordando, però, che il suo cane Phil, un labrador di sei anni, era rimasto dentro. Dunque, il giovane è tornato dentro, ha preso l'occorrente per poter dormire - sacco a pelo, cappotti, etc. - e ha chiamato il cane per farlo uscire con lui. Nella confusione, purtroppo, il cane non è riuscito a uscire e per lui non c'è stato scampo; in un attimo il fuoco si era diffuso innescando alcune esplosioni per la presenza di alcune munizioni all'interno.
Steele è riuscito a portare con sé cibo in scatola e barattoli di burro di arachidi; a una emittente locale egli ha anche riferito di aver mangiato ananas, nonostante la sua allergia alla frutta. Con la casa ormai distrutta, Steel ha pensato bene di costruirsi una grotta fatta con la neve dove ha dormito le prime due notti; come egli stesso ha ricordato, in grotte di quel tipo c'è isolamento termico e all'interno la temperatura può risultare piuttosto alta. In un secondo momento il giovane ha pensato di mettersi alla ricerca di un lago ghiacciato dove un aereo di salvataggio potesse raggiungerelo. Dopo aver aperto una strada verso il lago, ha disegnato un grande SOS nella neve.
Infine, egli ha costruito un altro rifugio con legname di scarto e alcuni teloni, e con una stufa a legna ha formato una specie di cupola simile a una tenda. Lì il giovane ha trascorso tutto il tempo restante prima di essere salvato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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