Wikileaks, file sugli Usa: "Spiate aziende italiane" Chiuso conto a Assange

Da Washington richieste attività di intelligence alle ambasciate Usa sulle "infrastrutture chiave, le risorse critiche" nei Paesi ospitanti. Per l'Italia, nella lista figurano: Glaxo Smith Kline e l'oleodotto Trans-Med. La Svizzera chiude il conto di Assange: ha indicato un domicilio che si è rivelato falso

Wikileaks, file sugli Usa: 
"Spiate aziende italiane" 
Chiuso conto a Assange

Roma - "Ecco la lista della spesa dell'impero Usa". Si intitola così un articolo di Wikileaks sulle attività di intelligence richieste alle ambasciate americane da Washington sulle "infrastrutture chiave, le risorse critiche" nei Paesi ospitanti. Per l'Italia, nella lista figurano: "Glaxo Smith Kline SpA, Parma; Digibind, l'oleodotto Trans-Med". Intanto Postfinance, la filiale bancaria della posta svizzera, ha chiuso il conto bancario di Julian Assange a causa delle "false indicazioni sul domicilio" date dal fondatore di Wikileaks.

Le aziende italiane spiate Il dispaccio, inviato il 18 febbraio 2009 dal Dipartimento di Stato Usa, contiene la "prima versione" della "Critical Foreign Dependencies Initiative", una lista di "infrastrutture chiave considerate dal governo statunitense di importanza critica per l'America. Nella lista si dettagliano impianti farmaceutici, miniere per i minerali rari, infrastrutture tecnologiche e per la comunicazione". Tra questi, si legge nel lungo elenco indicato nel dispaccio pubblicato integralmente da Wikileaks, centinaia di aziende, impianti, infrastrutture. Ad esempio, il gasdotto "Trans-Med, la Glaxo Smith Kline SpA di Parma e la Digibind in Italia", il cavo sottomarino Apollo in Francia e Gran Bretagna, le fabbriche farmaceutiche in Germania, il gasdotto Nadym in Russia e altre centinaia di siti in Israele, Spagna, Africa, praticamente ovunque. L'attività di intelligence doveva essere condotta "senza consultare i Paesi ospitanti", si legge su Wikileaks. A conferma dell'interesse Usa per queste infrastrutture chiave, aggiunge il sito, l'offerta "di aiuto agli impianti, o la promozione di servizi e tecnologia Usa per garantire la sicurezza".

I rapporti tra Eni ed Edison L'Eni "ha trasmesso al governo Usa" la lista di tutti i progetti in Iran, "quelli in corso e quelli sospesi", mentre l'Edison "ci ha detto" che "il governo italiano sollecita l'avvio di un importante progetto in Iran". Così un dispaccio dell'ambasciatore Usa a Roma, David H. Thorne, che dà conto del primo incontro con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel settembre 2009. Presenti Gianni Letta, Elisabeth Dibble, Valentino Valentini, Bruno Archi. Il cable ottenuto da Wikileaks è stato diffuso dal Pais. "Berlusconi si è mostrato sorpreso, e ha smentito che la compagnia procederà ", si legge ancora.

I rapporti tra Medvedev e Berlusconi Vladimir Putin è "il centro del potere in Russia" e Dmitri Medvedev un mero "apprendista" del premier russo. A sottolinearlo è lo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, dopo una "lunga e familiare" disquisizione "sulle qualità, a suo modo di vedere, di Putin come leader" nel primo incontro con David H. Thorne, l'ambasciatore americano in Italia nominato da Barack Obama. Nel resoconto, del 21 settembre 2009, pubblicato da El Pais, il diplomatico Usa racconta il suo primo incontro con il presidente del Consiglio italiano, incentrato su Afghanistan, Russia, Iran e candidatura di Chicago alle Olimpiadi del 2016.

La smentita di Palazzo Chigi Palazzo Chigi ha subito fatto sapere che Berlusconi "non ha mai pronunciato le frasi sul presidente russo Medvedev che gli vengono attribuite dalle ultime rivelazioni di Wikileaks, né ha mai tracciato paragoni, in pubblico o in privato, tra il presidente Medvedev e il primo ministro Putin". "Niente di nuovo, quindi. Mentre continua a imperversare il gossip fine a se stesso - prosegue il comunicato - parlano i fatti attraverso i tanti risultati concreti dei Vertici italo-russi, compreso quello che si è appena chiuso a Sochi con la conferenza stampa congiunta dei due presidenti".

Trasferiti gli ambasciatori L’amministrazione americana si prepara a trasferire il personale delle principali Ambasciate Usa nel mondo, richiamando diplomatici, ufficiali militari e agenti dell’intelligence compromessi dalla fuga di notizie sul sito internet Wikileaks e che potrebbero essere in pericolo. Alcuni funzionari dell’amministrazione hanno riferito al quotidiano on line The Daily Beast che le operazioni di trasferimento riguarderanno molto probabilmente i diplomatici identificati con nome e incarico nei file, che hanno espresso giudizi molto critici sui leader dei governi locali. "Si tratta di un altro aspetto di questa tragedia - ha detto un alto funzionario della sicurezza nazionale Usa - dovremo richiamare alcuni dei nostri migliori diplomatici, che meglio rappresentano gli Stati Uniti e che sono risultati i più seri nelle loro analisi, perchè hanno osato dire la verità sui Paesi in cui prestavano servizio".

Chiuso il conto di Assange Il fondatore di Wikileaks ha indicato Ginevra come domicilio, informazione che si è poi rivelata falsa. "All’apertura del conto, il cittadino di nazionalità australiana ha fornito false generalità indicando Ginevra come suo domicilio: informazione che si è poi rivelata falsa nell’ambito di una verifica dei dati". PostFinance spiega che il domicilio in Svizzera "è una delle condizioni necessarie per stabilire una relazione commerciale con PostFinance.

In mancanza di tale requisito, l’istituto è autorizzato a chiudere il conto del titolare". Wikileaks sul suo sito internet aveva fatto figurare l’indirizzo del conto aperto presso PostFinance per le le donazioni dirette al Fondo in difesa di Assange e altri membri di Wikileaks.

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