«Uno zoo non risolve il problema»

La Pomodoro: «Bisogna fare prevenzione. Il “buco garantito” è inutile, come il metadone nei Sert»

Gioia Locati

Lo «zoo» per controllare i drogati, magari sotto gli occhi di tutti, in un parco pubblico della città come proposto dalla Rosa nel Pugno e condiviso dal candidato del centrosinistra Bruno Ferrante. Una soluzione che non piace a Livia Pomodoro, presidente del tribunale dei minori. «La proposta del buco garantito? È una semplice riduzione del danno, non la risoluzione del problema droga che è poliedrico, ha mille sfaccettature».
Quindi, lei boccia la proposta della sinistra?
«Faccio una premessa: mi rifiuto di entrare nella polemica elettorale, non l’ho mai fatto. Non lo considero produttivo e poi non fa parte delle mie competenze».
Però quest’idea del parco finanziato dall’amministrazione pubblica, tipo il Platspitz di Zurigo (esperienza iniziata nel 1987 e chiusa nel 1992 perchè giudicata fallimentare dai politici elvetici) non le piace...
«È una politica di riduzione del danno, come la distribuzione del metadone nei Sert. Sulla droga va fatta una riflessione più ampia e lontano dai riflettori della campagna elettorale. Magari domani leggo sui giornali che Ferrante non ha mai fatto affermazioni di questo tipo ma ha soltanto dato l’appoggio politico a un partito i cui esponenti hanno detto queste cose».
Diceva della droga...
«È una questione che non si risolve con due battute. Occorre parlare di prevenzione, cercare di immaginare quali possono essere gli strumenti per evitare che i giovani si trovino coinvolti. Ad esempio: è importante occuparsi meglio e di più dell’educazione dei giovani. potrebbe essere una strada, la prima».


Un suggerimento all’amministrazione comunale, come comportarsi?
«Non c’è una ricetta per eliminare la droga. Sarebbe già un passo avanti se un Comune mettesse a punto un programma di prevenzione del disagio. La prevenzione come primo passo... Non è poco».

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