Okkupata una casa di An: no a una nuova Montecarlo

Blitz dei militanti della Destra ai Parioli. L'appartamento, donato dalla contessa Colleoni, era inutilizzato. Storace si complimenta: "Sarà la nostra sede"

Okkupata una casa di An: no a una nuova Montecarlo

Francesco Storace il fine settimana lo passerà a Gaeta. Sole, Tielle, un comizio sulle comunali per tirare la volata all’amico Mitrano e l’idea meravigliosa di una nuova, più dignitosa sede di partito. Per esempio ai Parioli. Dove un gruppetto di militanti del «Popolo di Roma» ha occupato l’appartamento di via Paisiello 40, una delle donazioni ad Alleanza nazionale della contessa Colleoni. Quella della casa di Montecarlo.

Il blitz di ieri mattina campeggia sulla pagina Facebook del segretario de La Destra: «Alle 9 ho ricevuto un bell’sms da parte di Giuliano Castellino che mi annunciava di aver occupato con altri militanti l’appartamento al secondo piano di via Paisiello. L’appartamento è inutilizzato dal 1999, è stato tinteggiato e restaurato, ma prima che faccia la fine della casa di Montecarlo hanno deciso di prendere possesso dell’immobile. Lo vogliono donare a La Destra per farlo diventare la nostra sede!».

Secondo piano, 12 vani catastali, più un box di 13 metri quadrati, per un valore di due milioni di euro. Per risolvere la questione «civilmente» Storace propone un canone sociale. Altrimenti sarà guerra. «A nessuno venga in mente di intraprendere iniziative extrapolitiche sulla vicenda, non siamo disponibili a farla finire come Montecarlo. Siamo però pronti a ragionare su un canone sociale, ma se a fronte di questa nostra disponibilità dovessimo registrare azioni di disturbo, daremmo il via in tutta Italia a iniziative riguardanti 150 sedi che appartennero ad An e a convogliare attorno a via della Scrofa tutti i manifestanti del 3 marzo. Ragionino anziché minacciare».

Porterà, invece, una cartolina donatagli da Francesco Storace, Roberto Buonasorte, responsabile dell’organizzazione de La Destra e consigliere regionale del Lazio. «Una cartolina - racconta - scritta dalla contessa Colleoni a una sua amica, datata 19 agosto 1959 e la regalerò a Giuliano Castellino perché la esponga nell’appartamento di via Paisiello.

La cartolina, bellissima, ritrae una veduta di Montecarlo, città che ospita l’appartamento diventato tristemente noto per le vicende legate all’uso che ne ha fatto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, al quale presentai, nel 1992, la contessa Anna Maria Colleoni. Sarà da monito perché il patrimonio di An non venga più infangato così come accaduto alla residenza monegasca». Il 16 marzo alcuni militanti de La Destra avevano occupato l’ex sede romana di An a via della Scrofa, già storica sede del Msi. Protesta che aveva l’obiettivo di far chiarezza sul patrimonio del disciolto partito.

E a proposito dell’ingarbugliata questione del patrimonio di Alleanza nazionale (commissariato dal tribunale di Roma) c’è da registrare l’interrogazione del Pdl al ministro Severino sugli incarichi all’ex presidente del tribunale di Roma, De Fiore. «È possibile gratificare di un munus pubblico remunerato in maniera cospicua soggetti le cui condotte sono sottoposte al vaglio della magistratura?», si chiedono alcuni senatori del Pdl.

Al centro - spiega una nota - le vicende dell’avvocato Giuseppe Tepedino, prima ispettore e poi liquidatore del buco finanziario di An, e del professore Marco Lacchini, entrambi beneficiari di incarichi da parte di de Fiore, a sua volta indagato a Perugia per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in concorso, tra gli altri, proprio con Tepedino.

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