Tour, a Isola 2000 Pogacar si conferma il più forte, dominando anche la tappa regina

Ennesima prova di forza della maglia gialla, che recupera 3 minuti in pochi chilometri e vince la sua quarta tappa. Niente da fare per Evenepoel e Vingegaard

Tour, a Isola 2000 Pogacar si conferma il più forte, dominando anche la tappa regina

Anche quella che molti consideravano la tappa più dura del Tour de France ha fornito il solito verdetto: il più forte di tutti rimane sempre e comunque Tadej Pogacar. In una tappa caratterizzata da una lunga fuga lanciata dalla Visma per l’americano Matteo Jorgenson e dall’ecuadoregno Richard Carapaz, che si porta in testa alla classifica scalatori, gli ultimi chilometri hanno visto l’ennesima prova di forza del campione sloveno. Pogacar lascia sui pedali Vingegaard ed Evenepoel e recupera quasi quattro minuti all’americano in pochi chilometri, portandosi a casa la quarta vittoria in questa Grande Boucle.

Nel finale Evenepoel prova a staccare il rivale danese ma Vingegaard riesce a rimanergli alla ruota, difendendo il secondo posto in classifica. Alle loro spalle giornata difficile per Ciccone che perde terreno sull’ultima salita e scivola al decimo posto nella classifica generale. Domani si replica con l’ultima tappa in linea ma questo Tour sembra aver già detto tutto quel che doveva dire: 26 anni dopo l’impresa del Pirata Marco Pantani, la doppietta Giro-Tour è praticamente cosa fatta.

Una partenza infernale

La tappa regina del Tour de France ha abbastanza salite da far tremare i polsi a chiunque non viva di pane e montagna. Alla partenza le dichiarazioni bellicose di Vingegaard, sicuro di potersi ancora giocare la maglia gialla, fanno quasi sorridere: le condizioni di Pogacar e la preparazione approssimativa del campione danese rendono una rimonta estremamente complicata. Dall’alto dei suoi 3 minuti ed 11 secondi di vantaggio, il capitano della Uae parte con la sicurezza di chi sa di esser sempre in grado di rispondere agli attacchi, incluso quello del vincitore di ieri Victor Campenaerts, che prova un’azione appena partiti. La Visma sembra pronta a muoversi subito, considerato come Christophe Laporte cerchi subito di portarsi sui fuggitivi, seguito dall’americano Jorgenson. La pianura fino al traguardo volante agevola il compito dei fuggitivi, che accumulano circa 46 secondi di vantaggio nonostante il lavoro della Uae per riportare sotto il gruppo. Visto che i velocisti sono indietro, Coquard si prende i punti del traguardo volante di Guillestre ma a 122 chilometri dall’arrivo, Carapaz, Bernal e Bardet cercano di aggregarsi ai fuggitivi, il cui vantaggio è calato grazie all’azione della Ef.

Tour tappa 19 Laporte fuga

Il ritmo è estremamente elevato, considerato che rimangono ancora due salite hors categorie da affrontare, ma la situazione si anima sulle prime rampe del Col de Vars, il primo GpM di giornata: Marc Soler si porta avanti per fare il passo e, mentre Lazkano fatica a rimanere a ruota, Carapaz e Powless si aggregano alla fuga. Preoccupante il fatto che sia Laporte che Van Aert si stacchino in questa salita non semplice: a fianco di Vingegaard rimane solo Benoot. A metà della salita, i nove fuggitivi rimasti hanno circa due minuti di vantaggio sul gruppo maglia gialla, preoccupato dalla presenza di tre vincitori di un Grand Tour come Carapaz, Yates e Hindley. È proprio l’ecuadoregno a lanciare un attacco per prendersi i 20 punti della classifica scalatori che lo portano ad un solo punto da Vingegaard: per vestire la maglia a pois dovrà però ripetersi sulla Cime de la Bonette. La discesa affrontata a velocità altissime, vicino ai 100 km/h, contribuisce all’aumento del vantaggio, che ora è attorno ai 4 minuti proprio quando i fuggitivi iniziano ad affrontare la salita verso il punto più alto di questo Tour de France.

Tour tappa 19 Jorgenson Kellerman fuga

Carapaz la spunta sulla Bonette

Proprio quando la Uae porta Sivakov, Soler e Politt in testa al gruppo maglia gialla, Jorgenson si trascina Carapaz e Yates in testa sulle prime rampe della Cime de la Bonette, un cambio di ritmo fatale per Prodhomme e Van Wilder. A 10 chilometri dallo scollinamento, il distacco dai fuggitivi rimane attorno ai quattro minuti ma i sei di testa continuano a tener duro mentre parecchi uomini di punta faticano a tenere il ritmo. A 63 chilometri dall’arrivo, solo 18 rimangono nel gruppo maglia gialla, con Vingegaard assolutamente isolato mentre Pogacar ha ancora quattro domestiques a dargli una mano. Gli ultimi chilometri prima del GpM sono i più duri e Carapaz ne approfitta per lanciare il suo attacco: nonostante alcune rampe siano attorno al 12% di pendenza, il ciclista sudamericano riesce a farcela, portandosi a casa i 40 punti che gli consentono di portarsi in testa alla classifica scalatori. Il panorama lunare ai 2.800 metri fa da palcoscenico alla lunga discesa con Pogacar alla ruota di Sivakov mentre Vingegaard ed Evenepoel preferiscono rimanere nella pancia del gruppetto maglia gialla.

Tour tappa 19 UAE Soudal gruppo

Ancora una volta il più bravo in discesa è Jorgenson, il che consente ai sei di testa di aumentare il ritardo a 3’53”: rimangono però ancora 40 chilometri da affrontare. Il gran lavoro della Uae ha evitato attacchi sulla Cime de la Bonette da parte della Visma ma la salita finale verso ad Isola 2000 vedrà sicuramente bei fuochi d’artificio. Se Jorgenson chiede a Kellerman e ai compagni di fuga di dargli una mano, a complicare le cose ci si mette anche la pioggia, che sta cadendo sul traguardo in quota. Ai piedi dell’ultima salita, il vantaggio dei sei fuggitivi è di 4’04” ma c’è ancora tempo per tante sorprese prima dell’arrivo. Se Rodriguez è costretto a mollare, Soler ed Adam Yates si danno il cambio per tirare il gruppo maglia gialla, che sta rosicchiando secondi su secondi già dalle prime rampe. A 14 chilometri dall’arrivo, Evenepoel e Vingegaard rimangono alla ruota della maglia gialla, aspettando l’inevitabile attacco: mentre Jai Hindley non riesce a tenere il ritmo, i quattro di testa iniziano a guardarsi in cagnesco. Il primo a partire è Jorgenson, autorizzato dalla Visma a cercare la vittoria di tappa: Carapaz e Kelderman provano a riprendere l’americano ma le sorprese non sono che all’inizio.

Tour tappa 19 Carapaz Jorgenson

La dura legge di Pogacar

Jorgenson ha 15 secondi di vantaggio sui fuggitivi e sale con un buon ritmo ma, alle loro spalle, il gruppo maglia gialla è a circa 3 minuti: Ciccone, Mas e Rodriguez mollano ma a 10 chilometri dal traguardo sono solo sei gli atleti che riescono a tenere il passo della Uae, che come al solito sta preparando il terreno per l’azione del proprio capitano. Proprio quando Carapaz e Yates riducono il vantaggio di Jorgenson a soli 23 secondi, ecco che Pogacar saluta la compagnia. Ad 8,7 chilometri dall’arrivo, Vingegaard ed Evenepoel si rendono conto in fretta che anche stavolta non riusciranno a rimanere alla ruota del campionissimo sloveno. Pogacar sale ad un ritmo pazzesco ed il vantaggio dei fuggitivi inizia ad evaporare, tanto da convincere Yates e Carapaz a rallentare: Jorgenson rischia di vedersi sfuggire la prima vittoria al Tour de France. Metro dopo metro, Pogacar sorpassa uno dopo l’altro i fuggitivi, mentre Landa si mette al servizio di Evenepoel, ancora alla ruota di Vingegaard ed Almeida: il cannibale sloveno è ad 1’30” di ritardo e solo Yates sembra in grado di giocarsela nei confronti di Jorgenson.

A cinque chilometri dall’arrivo, nonostante l’americano ci provi fino alla fine, il ritmo della maglia gialla è assurdo, tanto che inizia già a vedere Jorgenson. Alle loro spalle, Evenepoel lancia un attacco in salita, puntando a scippare il secondo posto in classifica al rivale danese, che però sembra in grado di reggere. Gli ultimi tre chilometri sono l’ennesima dimostrazione che quest’anno non ce n’è davvero per nessuno: Carapaz viene superato ma Yates e Jorgenson sono avanti di soli 20 secondi. Dopo una prova eccellente, Jorgenson è l’ultimo a mollare a poco meno di due chilometri dall’arrivo, venendo staccato inesorabilmente dalla maglia gialla: alle loro spalle, Evenepoel non riesce a scrollarsi di dosso Vingegaard ma i due hanno già accumulato 1’33” di distacco da Pogacar. Circondato da un mare di bandiere slovene, il capitano della Uae taglia il traguardo da solo e si porta a casa la quarta vittoria di tappa in questo Tour: dopo l’ennesima prova di forza, la prima doppietta Giro-Tour dopo l’impresa di Marco Pantani è ormai quasi certa.

La classifica

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La tappa di domani

Prima della cronometro conclusiva, l’addio del Tour alle montagne sarà davvero memorabile: una tappa breve ma con ben 4.800 metri di dislivello che la renderanno forse la più dura di quest’edizione della Grande Boucle. Se il vantaggio di Pogacar sembra incolmabile, Evenepoel avrà un’altra occasione per strappare il secondo posto a Vingegaard.

Tour 2024 tappa 20 altimetria
Fonte: ASO

Anche se le energie a questo punto sono agli sgoccioli, lo scontro finale potrebbe arrivare proprio sull’ascesa finale, il Col de la Couillole.

Prima di arrivarci, però, gli atleti dovranno affrontare la lunga ascesa verso il Col de Turini e la salita non semplice del Col de la Colmiane. Ogni attacco, però, dovrà tenere di conto anche della cronometro di domenica, abbastanza lunga da causare ulteriori scossoni alla classifica generale.

Tour 2024 tappa 20 planimetria
Fonte: ASO

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