La rabbia di Biden: "Tradito dai miei", E la famiglia pensa alla "exit strategy"

Ma il presidente prova a resistere: "Torno a fare campagna elettorale"

La rabbia di Biden: "Tradito dai miei", E la famiglia pensa alla "exit strategy"
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Nella politica americana, il criterio che conta per valutare le sorti di un candidato o di un leader politico è uno solo: i soldi. Da questa regola non sfugge nessuno, nemmeno il presidente degli Stati Uniti. E stando alla regola, Joe Biden dovrebbe essere «out». Nella serata in cui era atteso il discorso di Donald Trump alla convention repubblicana e contemporaneamente i Democratici intensificavano la pressione sul presidente affinché si facesse da parte, il Financial Times lanciava una «breaking news»: i mega donatori Dem (ovviamente in forma anonima) si dicevano convinti che l'anziano leader fosse vicino all'addio. Da dove giungeva questa sicurezza? Semplice, i miliardari progressisti, da Wall Street alla Silicon Valley a Hollywood avevano minacciato Biden di staccare definitivamente la spina dei finanziamenti alla sua campagna. Altre indiscrezioni andavano in questa direzione. Secondo il Washington Post, per l'ex speaker della Camera Nancy Pelosi Biden sarebbe stato «presto» persuaso al passo indietro. The Hill citava fonti autorevoli del Partito democratico secondo le quali ci sarebbe stato un «importante annuncio» di Biden, subito dopo la fine della convention di Milwaukee. Sembrava fatta, insomma. La giornata di venerdì si apriva invece con una controffensiva della campagna di Biden, impensabile fino a poche ore prima. Questo, nonostante dal Congresso si intensificassero gli appelli a rinunciare alla ricandidatura. Secondo l'ultima conta, sono ormai tre i senatori e una ventina i deputati usciti allo scoperto, avanguardia di un fronte assai più ampio che comprende anche la stessa Pelosi, il leader del gruppo alla Camera Hakeem Jefrries e quello del Senato, Chuck Schumer, oltre a Barack Obama. E mentre la Nbc riferiva che la famiglia Biden stava ragionando su un «exit plan» onorevole per l'anziano patriarca, la campagna per la rielezione smentiva qualsiasi ipotesi di abbandono. «Tra poche settimane sarà ufficialmente il candidato» del partito, ribadiva Dan Kanninen, il direttore della campagna per gli Stati chiave.

«Quanto riportato da Nbc sulla famiglia Biden e sul dibattito in corso per una exit strategy è sbagliato. Abbiate fede», scriveva su X Andrew Bates, uno dei portavoce della Casa Bianca. Poi, era lo stesso Biden a rompere il silenzio dalla residenza di Rehoboth, in Delaware, dove si trova in auto isolamento a causa del Covid: «Non vedo l'ora di tornare a fare campagna la prossima settimana. Donald Trump non ha mostrato alcun piano per unire l'America. La sua è una visione cupa per il futuro. Insieme vinceremo». Il presidente, attraverso fonti a lui vicine, faceva inoltre sapere di essere «personalmente ferito e tradito» da come era stato scaricato dallo Stato Maggiore del partito.

Evidentemente, proprio il discorso di Trump alla convention deve avere convinto la campagna di Biden che ci siano ancora dei margini di vittoria. Il tycoon, negli oltre 90 minuti del suo intervento, è stato per un terzo l'uomo «salvato da Dio» sul palco di Butler, aspirante riunificatore di un'America divisa - la versione più temuta dal Team Biden - e per due terzi è stato al 100% Trump, col consueto stile a braccio, seppure depurato da parolacce e attacchi personali (Biden nominato solo una volta). «È la prima cosa buona capitata ai Democratici da tre settimane», diceva David Axelrod, ex consigliere senior di Barack Obama, da mesi scettico sulle possibilità di vittoria di Biden. Il ticket Trump-Vance, insomma, viene considerato ancora battibile, ma i sondaggi parlano chiaro: non da Biden. Una rilevazione della Cbs, realizzata dopo l'attentato, vede in aumento il vantaggio del tycoon, che ha ora 5 punti di margine sul rivale. Kamala Harris, la più probabile sostituta in caso di abbandono del presidente, secondo la fronda anti Biden, potrebbe almeno giocarsela.

Soprattutto, se saprà scegliersi un vice in grado di bilanciare al centro la sua immagine troppo progressista, pescando tra i governatori Dem più popolari, come Andy Beshear del Kentucky. Nel frattempo, lo staff di Harris ha avviato una campagna ombra e la vice presidente nelle prossime ore incontrerà un «importante gruppo» di donatori.

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