Uniti nella lotta in Italia, ma separati furbescamente in Europa con la pasionaria Salis che sembra uscita dalla rivoluzione bolscevica.
Ilaria, la miracolata di Budapest, ha votato contro Ursula II con delle motivazioni ideologiche degne dei tempi di Lenin e dei primi Soviet. Il paradosso è che Angelo Bonelli, il suo sponsor politico assieme a a Nicola Fratoianni, ha annunciato con orgoglio il voto a favore di Ursula von der Leyen, della sua mini pattuglia verde, convinto di aver fermato le destre e in particolare Giorgia Meloni. Roba da ridere se non fosse da piangere per il proclama pubblicato sui social dall'eurodeputata Salis. Nella furberia bicefala dei rosso-verdi a Strasburgo, la maestrina accusata di martellare i fascisti, fa parte del gruppo di estrema sinistra Left Eu. Ursula II «in piena continuità con il mandato precedente, rappresenterà l'Europa neoliberista, che dà priorità ai profitti del mercato rispetto agli interessi materiali della gente comune e delle classi popolari» spiega Salis. Almeno dall'altro secolo non si sentivano più toni del genere, che suonano ancora più fuori dal tempo nell'aula di Strasburgo. Immancabile l'affondo sulle «persone in movimento», come gli ultra politicamente corretti chiamano i migranti illegali. «L'Europa dei confini e di Frontex, che criminalizza l'immigrazione - scrive la neodeputata Ue motivando il niet - uccide e danneggia le persone e continua ad affermare il razzismo sistemico in continuità con il suo passato coloniale». Per Salis siamo ancora ai metodi dell'impero, in sintonia con la sua sodale, Carola Rackete, pure lei sugli scranni di Strasburgo, che aveva già detto scempiaggini del genere. Il passaggio più paradossale, almeno per quanto Salis deve a Bonelli, è l'attacco a testa bassa all'«Europa del falso Green Deal, che non ha il coraggio di perseguire a fondo la conversione ecologica dell'economia, mirando invece a salvare il capitalismo dalla sua necessaria fine». L'Unione Sovietica puntava all'estinzione del capitalismo, ma abbiamo visto come è andato a finire l'impero marxista. Addirittura la Cina dei mandarini comunisti ha adottato il capitalismo, sotto controllo del partito, per salvarsi dal tracollo. Salis è in linea solo con la Corea del Nord e con l'attacco sul Green Deal sbugiarda Bonelli, che considera il voto ad Ursula II un grande «successo politico». Per i leader dei Verdi nostrani «la nostra strategia ha funzionato: tenere fuori dal governo Ue la destra più estrema, Meloni e difendere gli obiettivi climatici». Se così fosse è ancora più paradossale che Salis abbia bocciato la presidente della Commissione.
Sull'Ucraina è ovvio che la bolscevica Ilaria non voti per von del Leyen bollando «l'Europa subordinata all'agenda della Nato, che, in questi tempi pericolosi di guerra, rinuncia alla formulazione di una posizione internazionale autonoma a favore di una politica di pace che rispetti e salvaguardi i diritti dei popoli».
Left e la maestrina che si batte per le case occupate vogliono un' Europa radicalmente diversa, basata sulla
solidarietà e sulla giustizia sociale!, come ai tempi dei Soviet. Figuriamoci i danni che riuscirà a fare nella Commissione Libe, dove è stata inserita ieri, che si occupa di affari interni Ue, giustizia e libertà civili.
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