"Io, italiana a processo per adulterio in Egitto. Così vogliono togliermi mia figlia"

Parla la donna ligure bloccata in Egitto. L’ex marito è stato condannato in Italia. Lei scrive alle autorità italiane

"Io, italiana a processo per adulterio in Egitto. Così vogliono togliermi mia figlia"
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Cerca di fare il possibile per uscire da una situazione molto difficile Nessy Guerra, la donna ligure bloccata in Egitto prima da burocrazia e poi dal tribunale. Nessy ha lasciato un marito condannato in Italia per lesioni personali e stalking: alla vigilia della condanna definitiva, l’uomo, un italo-egiziano, ha lasciato il Belpaese seguito da Nessy e la loro figlia che oggi ha quasi 2 anni.

La burocrazia egiziana, come da leggi vigenti nel Paese, non rilascia il passaporto alla piccola senza la firma del padre, che si oppone. Ma qual è il problema? Nessy lo ha spiegato molto bene al Corriere della Sera: “Temo di venire condannata per nulla e di tornare in carcere. La pena per adulterio è di due anni. Io potrei anche rientrare in Italia, ora che mi hanno dato il passaporto, ma non lo farei mai senza la mia bambina. Il problema è che il Tribunale della famiglia ha disposto un blocco all'espatrio per lei fino al compimento dei 21 anni. In questa situazione disastrosa quantomeno il console del Cairo ha firmato un decreto per il rilascio del passaporto italiano della mia bambina, nonostante non ci sia la firma di mio marito. Rimane però l'impedimento del Tribunale. Spero che intervengano le autorità italiane per sbloccare la situazione”.

Mentre erano ancora in Italia, Nessy era stata picchiata dal marito - senza però denunciarlo e dicendo ai soccorritori che erano stati i cinghiali - ma poi l’aveva perdonato, andando appunto in Egitto con lui. Tuttavia la donna ora rischia di perdere la figlia - che le è stata già tolta in realtà nel processo di primo grado per il divorzio, processo terminato nei giorni scorsi - e di essere detenuta per due anni in un carcere egiziano - in un altro processo per adulterio che deve ancora iniziare.

La bambina non solo rischia di essere data in custodia a un uomo condannato in Italia per crimini violenti, ma rischia di finire in orfanotrofio proprio per i precedenti dell’uomo. Per questa ragione, la madre di Nessy è anche lei in Egitto: “Mi ha seguito e anche lei si è convertita all'Islam. È importante che ci sia mia madre perché se la bambina dovesse essere sottratta al padre potrebbero darla a lei, visto che a me difficilmente l'affiderebbero per via della causa penale”.

La legale di Nessy, Agata Armanetti ha provveduto a scrivere una lettera per

informare e cercare sostegno sul caso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella.

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