Siena, violentò una compagna di classe. Condannati i genitori: "Non lo hanno educato bene"

I fatti risalgono al 2015, quando l'allora 16enne chiuse la ragazza in uno sgabuzzino della scuola per violentarla

Siena, violentò una compagna di classe. Condannati i genitori: "Non lo hanno educato bene"
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Il Tribunale di Firenze ha condannato ad un risarcimento di circa 27mila euro i genitori di un ragazzo – all’epoca 16enne – che aveva violentato una compagna di classe in uno sgabuzzino della scuola. I giudici hanno, infatti, ritenuto responsabili i genitori del giovane, all’epoca dei fatti ancora minorenne, di non averlo educato bene. Il principio è quello della “culpa in educando”, articolo 2048 del codice civile sulle responsabilità genitoriali. I genitori, infatti, devono dare ai figli un bagaglio educativo che impedisca loro di avere comportamenti dannosi nei confronti di terzi, e correggere gli aspetti del carattere che portino a determinati atteggiamenti.

La vicenda

I fatti risalgono al 2015, quando il ragazzo, dopo aver trascinato la compagna di classe in un ripostiglio di Siena, l’ha violentata. La vittima, dopo l’accaduto ha raccontato ai suoi genitori dello stupro subito, manifestando, inoltre, anche sin da subito disturbi da sindrome post traumatica da stress. È per questo che i medici, le avevano certificato ben 18 mesi di inabilità temporanea, durante i quali si è dovuta sottoporre a specifiche cure per traumi di questo tipo. Per fortuna, la ragazza, ad oggi – stando al resoconto processuale – dopo 9 anni, è riuscita a rifarsi una vita, si è sposata, lavora ed è anche in attesa di un bambino, seppur non abbia smesso di soffrire di ansia generalizzata.

La condanna

Nel 2022, il ragazzo era stato condannato per violenza sessuale aggravata e, dopo la condanna, i genitori della vittima avevano chiesto un risarcimento di 100mila euro di danni al ragazzo, ai genitori, alla scuola e al ministero dell’Istruzione. La chiamata in causa del ministero ha determinato il trasferimento del processo a Firenze, competente per giurisdizione quando tra chi si difende è coinvolta l’avvocatura dello Stato come rappresentante legale, la cui sede si trova nel distretto fiorentino.

Il giudice Massimo Maione Mannamo del Tribunale di Firenze, preso atto della sentenza penale di condanna e dei fatti avvenuti, ha ordinato una perizia medico-legale per quantificare il danno. Ha, così, stabilito la responsabilità esclusiva del ragazzo e dei suoi genitori, ritenuti colpevoli di non aver vigilato sul comportamento del figlio tramite un’educazione adeguata basata sul rispetto degli altri e delle donne in particolare, come indicato nella sentenza. Ha, invece, escluso qualsiasi responsabilità dell’istituto scolastico e del ministero. Alla ragazza, spetta, inoltre, anche la liquidazione degli interessi per il “danno da ritardo” nel pagamento che saranno conteggiata sulla somma liquidata a partire dal 30 aprile 2020, nonché una data intermedia tra il fatto (2015) e la sentenza (2024)

Il commento del ministro Valditara

A intervenire sulla sentenza, anche il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara che ha commentato la vicenda su X: “Molto importante questa decisione giurisprudenziale che chiama i genitori a rispondere civilmente per violenze gravi commesse dai figli.

Va nella stessa direzione della norma contenuta nel ddl sulla #condotta che prevede multe per chi aggredisce gli insegnanti”. Infine, ha concluso: “La #scuola e la società debbono sempre più fondarsi sulla responsabilità individuale”.

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