Le botte e l'alcol prima del delitto. Molinaro fa scena muta davanti al gip

L'uomo che giovedì pomeriggio ha ucciso a colpi di fucile la sua ex compagna, Manuela Petrangeli, si è avvalso della facoltà di non rispondere. I testimoni: "Era al bar prima degli spari". Il 53enne aveva collezionato una scia di reati

Le botte e l'alcol prima del delitto. Molinaro fa scena muta davanti al gip
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Gianluca Molinaro avrebbe fatto tappa in un bar, ubriacandosi, prima di aprire il fuoco contro l'ex compagna Manuela Petrangeli. È uno dettagli emersi all'indomani del brutale e mortale agguato alla fisioterapista di 51 anni, uccisa a colpi di fucile, in zona Portuense a Roma, giovedì pomeriggio. Il 53enne, che si trova recluso nel carcere di Regina Coeli con l'accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione e dal porto abusivo dell'arma, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del gip durante l'interrogatorio di convalida del fermo.

I precedenti di Molinaro

Molinaro non era nuovo alle forze dell'ordine. Come anticipa il Corriere della Sera, il 53enne ha collezionato negli anni una lunga serie di denunce e condanne. Una decina, per la precisione, che servono a delineare meglio il profilo di quest'uomo salito agli "orrori" delle cronache per l'ennesimo femminicidio del 2024. A partire dalla condanna a due mesi per stalking ai danni della donna con cui era stato prima di conoscere Manuela e dalla quale ha avuto una figlia, oggi adolescente. E poi le altre: rissa, minacce, resistenza a pubblico ufficiale e spaccio. Su tutti spiacca l'episodio di un'aggressione a un'autombilista, risalente al 2008, per una mera questione di viabilità. Lui l'aveva insultata, minacciata e preso a pugni la vettura della malcapitata. Neanche l'intervento dei carabinieri era riuscito a placarlo: "Quando vi trovo in borghese ammazzo voi e le vostre famiglie", aveva detto rivolgendosi ai militari.

Il fratello della fisioterapista uccisa: "Lei aveva paura"

Se il "curriculum" di Molinaro restituisce episodi conclamati di violenza, resta ancora da chiarire la natura della relazione con la fisioterapista. Dagli archivi delle forze dell'ordine non sono emerse denunce da parte della 51enne nei confronti dell'ex compagno. Eppure i familiari e conoscenti di Manuela si dicono certi che lei lo avesse lasciato perché temeva di essere uccisa. "Non ha mai voluto chiamare le forze dell'ordine proprio per questo motivo. Ed è andata proprio così", dice in un'intervista a Repubblica il fratello della vittima. Alcune amiche della donna aggiungono ulteriori dettagli in merito alle condotte dell'indagato: "Lui terrorizzava il figlio con le minacce alla mamma e faceva uso di droghe. - racconta Roberta - Ossessionava Manuela con messaggi continui, le diceva che l'avrebbe ammazzata. Non so se la picchiava, ma non sorprenderei visti i trascorsi. Manuela era molto riservata e non diceva nulla".

L'agguato con il fucile

Non ci sono dubbi, invece, che la fisioterapista sia morta a seguito di un agguato. Molinaro l'ha attesa in strada, a bordo di una Smart, con il fucile a canne mozze carico. Non appena Manuela è uscita in strada, ha esploso due colpi, di cui uno letale al petto. Dopodiché ha chiamato la madre di sua figlia, Debora Notari, confidandole di aver ucciso l'ex compagna: "L'ho ammazzata".

Lei lo ha convinto a costituirsi; così è stato. Intanto la vittima giaceva esanime sull'asfalto. Pochi minuti prima aveva chiamato il figlioletto: "Amore di mamma, vengono a prenderti". L'indomani sarebbero dovuti partire per una vacanza insieme.

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