Le botte alla prima moglie, l'arresto, la telefonata. Chi è l'uomo che ha ucciso la fisioterapista a Roma

Gianluca Molinaro ha ammazzato Manuela Petrangeli a colpi di fucile in strada. Dopo l'omicidio ha telefonato alla prima moglie: "Voleva ammazzarsi, l'ho convinto a costituirsi"

Le botte alla prima moglie, l'arresto, la telefonata. Chi è l'uomo che ha ucciso la fisioterapista a Roma
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"Gianluca mi ha telefonato poco dopo le 14. Biascicava, mi ha detto 'le ho sparato' e quando ho capito ho pensato di essere finita in un incubo". È un racconto da brividi quello di Debora Notari, ex compagna di Gianluca Molinaro, l'uomo che ha ucciso a colpi di fucile in strada a Roma Manuela Petrangeli, fisioterapista di 51anni. L'uomo, reo confesso, ha telefonato alla prima moglie subito dopo aver commesso l'omicidio: "Mi ha detto che voleva ammazzarsi, l'ho convinto a costituirsi", spiega la donna in un'intervista all'Adnkronos. Poi rivela che in passato lo aveva denunciato per maltrattamenti: "Quando nostra figlia era alle elementari mi picchiava e lo feci arrestare. Uscì dopo un paio di mesi in carcere, aveva fatto dei percorsi".

Chi è Gianluca Molinaro

Residente a Roma, Gianluca Molinaro lavora come operatore sociosanitario. Ha due figli, di cui una ragazza adolescente avuta dalla precedente relazione con Notari, e un maschietto di 9 anni, nato dall'unione con Manuela Petrangeli. Appassionato di fitness e palestra, sui social è solito postare foto assieme al figlioletto, con il quale condivide la passione per il calcio. A quanto si evince dal suo profilo Facebook, sembra che praticasse occasionalmente anche MMA (Mixed Martial Arts), uno sport da combattimento.

La telefonata alla ex dopo l'omicidio

Qualche minuto dopo aver ucciso a colpi di fucile Manuela Petrangeli, Molinaro ha telefonato alla ex compagna. "Ho risposto e lui era ubriaco, biascicava - dice Debora Notari - Mi ha detto che aveva sparato, che l'aveva uccisa. Non capivo, non ci volevo credere. Non riuscivo ad alzarmi. Quindi gli ho chiesto dove fosse, ha detto che era in macchina a Selva Candida, che voleva ammazzarsi. Ma io sapevo che non lo avrebbe mai fatto. A quel punto ho fatto quello che avrebbero fatto tutti: gli ho detto di andare dai carabinieri, che tutto si sarebbe risolto, che tanto lo avrebbero preso e che sarei andata a trovarlo con nostra figlia, anche se non lo pensavo".

"Aveva il fucile in auto"

Debora è rimasta al telefono con l'ex compagno fino a quando lui non ha raggiunto la caserma dei carabinieri, con il fucile nell'auto. "L'ho tenuto al telefono per tutto il tempo, fino a quando non è arrivato dai carabinieri e mi ha chiesto 'Che ci faccio col fucile?'. - prosegue il racconto -Voleva portarselo dietro. Gli ho detto di lasciarlo in macchina e ho attaccato solo quando mi ha passato un carabiniere e ho capito che ce l'avevo fatta".

Debora Notari è ancora incredula e sotto choc: "Potevo esserci io lì, ho pensato - conclude Debora - Forse la famiglia di lei aveva sottovalutato il suo passato. Adesso riesco solo a pensare a quella povera creatura rimasta sola".

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