Dazi, la guerra commerciale continua. Trump minaccia Ue e Canada

"Siamo preparati a salvaguardare i nostri interessi economici", ha detto un portavoce della Commissione europea

Dazi, la guerra commerciale continua. Trump minaccia Ue e Canada
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Dopo l’annuncio dei nuovi dazi del 25% su tutte le auto importate negli Stati Uniti e prodotte all’estero, oltre che su una serie di componenti, Donald Trump ha minacciato sui social di colpire l’Unione Europea e il Canada con più tariffe se collaborano "per arrecare danno economico" agli Stati Uniti. La guerra commerciale, insomma, continua.

"Il punto non è se siamo sorpresi o no, il punto è se siamo pronti o no. E la risposta è e resta sì. Siamo preparati a salvaguardare i nostri interessi economici e se necessario daremo una risposta ferma, proporzionata, robusta, ben calibrata e tempestiva a qualsiasi misura ingiusta e controproducente da parte degli Stati Uniti", ha detto un portavoce della Commissione europea. Sottolineando che la priorità di Bruxelles "è trovare una soluzione negoziata” e che "le misure annunciate" da Trump "vanno completamente nella direzione sbagliata".

La missione del commissario Maros Sefcovic a Washington (in queste ore è volato in Cina) non ha però prodotto i risultati sperati. E mentre tenta ancora di negoziare, la Ue prepara la lista finale dei prodotti su cui applicare contromisure. "Sarà ben selezionata per provocare il massimo impatto nei confronti degli Stati Uniti e ridurre al minimo l'impatto sull'economia della Ue", ha detto il portavoce. Si aggiungono però le dichiarazioni dei singoli Stati. Il ministro dell’Economia e vice-cancelliere tedesco, Robert Habeck, ha detto che il governo di Berlino ha chiesto all'Unione europea una "risposta ferma" perché "deve essere chiaro che non ci inchineremo agli Stati Uniti". Il ministro dell'Economia francese Eric Lombard ha dichiarato che i dazi del 25% sulle auto "una pessima notizia e un atto non cooperativo, l’aggressività è in aumento”. Il governo britannico ha invece affermato di non voler "intensificare" le guerre commerciali dopo l'annuncio di Trump e la Cancelliera dello Scacchiere, Rachel Reeves, ha escluso una risposta da parte di Londra all'iniziativa di Washington.

Intanto, si vedono i primi effetti della stangata che scatterà il 2 aprile sulle auto importate negli Usa: i titoli del comparto automotive sono affondati in Borsa. Porsche e Mercedes saranno le più colpite con un impatto potenziale sarebbe di 3,4 miliardi di euro. Ci sarebbe un impatto inferiore per Stellantis che dispone di una rete di produzione statunitense consolidata, mentre Renault sarebbe la meno colpita perché le sue vendite si concentrano principalmente in Europa.


Forte preoccupazione è stata espressa dall'Acea, l’associazione europea dei costruttori di automobili, secondo cui i dazi “non incideranno solo sulle importazioni negli Stati Uniti, cosa che probabilmente pagheranno i consumatori americani, ma danneggeranno anche le case automobilistiche che producono auto negli Stati Uniti per l'esportazione”. Perplessi anche i costruttori americani che ritengono “fondamentale che le tariffe siano implementate in modo da evitare di aumentare i prezzi per i consumatori e preservare la competitività del settore automobilistico nordamericano", ha detto Matt Blunt, presidente dell'Aapc (American Automotive Policy Council). Anche la Cina, per bocca del portavoce del ministero degli Esteri, si è unita al coro di critiche, sottolineando che "non ci sono vincitori in una guerra commerciale o in una guerra tariffaria. Lo sviluppo e la prosperità di nessun paese sono stati raggiunti imponendo tariffe".

A lamentarsi è lo stesso Elon Musk: i dazi doganali aggiuntivi sulle automobili annunciati da Donald Trump avranno un effetto

"significativo" sui costi di produzione delle Tesla, ha scritto su X. "Per essere chiari, ciò influirà sul prezzo dei pezzi di ricambio per le auto Tesla che provengono da altri paesi. L’effetto sui costi non è trascurabile".

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