Bpm, i proxy favorevoli al rilancio: dopo Iss ok di Glass Lewis su Anima

Gli advisor: "Aumento di prezzo necessario, l'Ops Unicredit non convince". Ponzellini punzecchia Orcel

Bpm, i proxy favorevoli al rilancio: dopo Iss ok di Glass Lewis su Anima
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Si amplia la schiera di coloro che suggeriscono ai soci di Banco Bpm di esprimersi a favore della modifica alle condizioni dell'Opa su Anima. Dopo Iss, si è espresso in tal senso un altro proxy advisor che assiste gli investitori istituzionali nelle votazioni in assemblea. Si tratta di Glass Lewis che contestualmente non manca di bollare come «non adeguato» quanto offerto da Unicredit per prendersi tutta Piazza Meda. L'assemblea dei soci, in agenda il prossimo 28 febbraio, sarà chiamata a esprimersi sulla modifica del corrispettivo dell'Opa sulla società di gestione del risparmio (da 6,2 a 7 euro). Glass Lewis ritiene «sicuramente significativo» il rilancio annunciato da Bpm, ma «necessario» visto che le azioni Anima negli ultimi mesi sono state costantemente scambiate ben al di sopra del prezzo d'offerta originario per un'operazione ritenuta «strategicamente convincente e complementare rispetto alla strategia di medio termine», permettendo di diversificare efficacemente il flusso di ricavi del gruppo guidato da Giuseppe Castagna (nella foto).

Le modifiche alla proposta, oltre a essere ritenute «ragionevoli» dal proxy advisor, non precludono a Unicredit la possibilità di modificare la sua offerta su Bpm ritenuta ad oggi un'opzione «non attraente» per i soci di Bpm in quanto «largamente non convincente» per la mancanza di un premio di controllo significativo.

Sulla congruità o meno dell'Ops lanciata da Unicredit non hanno lasciato adito a interpretazioni le parole di Massimo Ponzellini, ex presidente della Banca Popolare di Milano. «Unicredit dovrebbe mettere più soldi? Sì, purchè sia qualcosa di decente», ha sentenziato il banchiere bolognese a margine della riunione ordinaria del patto Mediobanca. Astraendo dall'entità delle offerte in gioco, Ponzellini ritiene «necessarie» le integrazioni tra le banche italiane in quanto «ormai le dimensioni sono piccole» e quindi le banche «devono crescere mettendosi insieme». Non entra nel merito delle valutazioni Bruno Giordano, presidente di Fondazione Cariverona, storico azionista dell'istituto di piazza Gae Aulenti (attualmente detiene l'1% circa del capitale).

«Non ci intromettiamo su quello che deciderà di fare Orcel, se rilancerà o meno su Bpm - ha detto Giordano - Ci fidiamo della strategia che ha messo in campo e siamo sicuri che continuerà a portare ottimi risultati anche alla nostra Fondazione». «In un mondo sempre più globale - ha aggiunto - è necessario creare una massa critica sempre più forte, non c'è spazio per chi non è abbastanza grande per affrontare le sfide del futuro».

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