La sinistra incoraggia gli sbarchi clandestini

Il caporalato va combattuto alla base, perché è il frutto dell'immigrazione clandestina che la sinistra incoraggia

La sinistra incoraggia gli sbarchi clandestini

Direttore Feltri,
sono stupito di quanto, in questi giorni, affermano sul caporalato la sinistra capeggiata dalla Schlein e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come se il secolare sfruttamento della povera gente fosse stato inventato dal governo di centrodestra Meloni. Mentre l'attuale governo, in carica da un anno e mezzo, è stato preceduto da decine di governi di sinistra, che fino a ieri non hanno saputo far nulla per cancellare il deprecabile scempio dello sfruttamento della mano d'opera, soprattutto nel nostro Meridione. Perché tanta ipocrisia di Pd, 5s, Verdi e ambientalisti, che sfruttano l'argomento del caporalato per farsi credito, col quale hanno convissuto per anni e tratto anche consensi per salire al «Chigi» senza aver mai vinto le elezioni. Anche Mattarella deve darsi una rinfrescata di memoria; o anche lui ha scoperto solo in questi giorni la piaga del caporalato, alimentato dal via libera all'immigrazione clandestina anche negli ultimi vent'anni di governi «sinistri», per riconoscenza al mandato rinnovato? Carissimo Feltri, da quasi novantenne, la leggo da una vita, condividendo molti suoi punti di vista: gradirei un Suo parere su chi in mancanza di sane motivazioni - si lava le mani nel caporalato. Grazie!
Giacomo Sironi
Reggio Emilia

Caro Giacomo,
il fenomeno del caporalato non è che effetto di una immigrazione clandestina incontrollata, che la sinistra ha sempre difeso, sostenuto e persino incoraggiato. Per lustri l'Italia, incatenata al giogo del ricatto e della condanna morale, ha adottato la politica della cosiddetta «accoglienza» e agli italiani è stato spiegato che includere è doveroso e umano, che gli immigrati sono sempre risorse, come ci diceva Laura Boldrini, che possiamo e dobbiamo aprire porti, braccia e portafoglio a chiunque, anche e soprattutto a chi arriva sulle nostre sponde da clandestino, senza documenti, dichiarando di scappare dalla guerra, cosa che quasi sempre si rivela non vera ma che non ci ha impedito di diffondere l'uso scorretto, improprio e fuorviante di definire i clandestini «profughi». Sia chiaro: io non ce l'ho affatto con questa gente. Ce l'ho a morte con chi la prende in giro, fregandosene altamente della sua sorte una volta che è giunta sul nostro territorio.

L'assenza di legalità non può produrre legalità, bensì produce altra irregolarità, altri crimini nonché sfruttamento, violenza, abuso, devianza. Il sistema dell'accoglienza ha quindi agevolato la criminalità organizzata, sia nazionale, e penso ad esempio alle cooperative deputate ad ospitare i migranti e finite sotto inchiesta insieme a individui di sinistra che pure venivano considerati quasi santi e che si sono rivelati essere negrieri senza scrupoli, sia transnazionale. Ma esso ha oltretutto generato un ampio bacino di lavoratori irregolari, manodopera a bassissimo costo, la cui disponibilità (determinata dalla disperazione, da qui lo sfruttamento vergognoso) ha a sua volta danneggiato il mercato, abbassando il costo del lavoro in determinati ambiti e facendo lievitare il nero, il sommerso. Le conseguenze del mancato controllo delle frontiere sono ormai incancrenite e la colpa di questa situazione non può essere attribuita a chi adesso è al governo, partiti che peraltro sempre si sono battuti contro queste medesime politiche di accoglienza, mettendo in luce le ripercussioni sul breve come sul medio e sul lungo periodo che avremmo dovuto attenderci. Non sono stati ascoltati, piuttosto sono stati accusati di fascismo, una maniera adoperata ormai per silenziare chiunque abbia l'ardire di pronunciare la verità. Insomma, era già tutto

previsto e prevedibile. Caporalato, lavoro nero, schiavitù, delinquenza dilagante nelle piccole come nelle grandi città, manovalanza disponibile anche per le mafie, destinata allo spaccio e ad altre attività criminali. Nell'accoglienza tifata dalla sinistra non vi è nulla di umano. Anzi, essa è quanto di più disumano possa esistere, in quanto racconta e garantisce una illusione, quella di potere entrare in Italia da clandestino e di potere trovare qui benessere, prosperità, opportunità, una esistenza migliore. E questo è falso. Vi si trovano semmai miseria, sfruttamento, altra disperazione, vita sul marciapiede, fame, morte. Mica queste cose accadono da quando Meloni è a Palazzo Chigi. Esse accadono da quando la sinistra ha obbligato gli italiani ad inglobare masse di migliaia di extracomunitari ogni anno, pena l'essere etichettati quali razzisti, fascisti, mostri. E ha svuotato le tasche degli italiani per mettere in piedi la corrotta macchina dell'accoglienza, che per parecchi anni ha sputato sulla strada, come se si trattasse di rifiuti, un numero indefinito e incalcolabile di esseri umani. Avevamo esecutivi di sinistra quando tutto questo avveniva e si consumava.

Cosa può fare un clandestino per campare? O borseggia o spaccia o chiede l'elemosina o va a lavorare nei campi, sotto qualche padrone spietato che lo obbliga a sgobbare 10-12 ore al giorno pagandolo 4 euro l'ora e anche meno.

Vedi, caro Giacomo, il punto è che non possiamo né dobbiamo accogliere tutti, come ci ripetono da sempre i progressisti. Ci tocca esercitare il legittimo controllo dei nostri confini.

Cancellarli o spalancarli a masse di cittadini provenienti da ogni dove, rinunciando in tal modo lo Stato ad uno dei suoi elementi costitutivi e ad una delle sue prerogative, dà luogo al disordine, alla mancanza di regole, e cagiona ogni genere di male sia a noi che «accogliamo» sia a coloro che vengono «accolti».

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