Tronchetti: "Il Green deal? Follia tra idiozie e fesserie"

L'imprenditore: "La sostenibilità è una priorità ma no a un percorso ideologico: così facciamo solo danni"

Tronchetti: "Il Green deal? Follia tra idiozie e fesserie"
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«Per Pirelli, la sostenibilità è una priorità assoluta, non è un tema populistico. Non deve esserci un percorso ideologico. Quella che stiamo affrontando è pura follia». Lo ha detto Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo di Pirelli, dal palco del teatro Parenti di Milano, dove mercoledì sera è stato presentato il libro L'officina dello sport pubblicato da Marsilio Arte e curato dalla Fondazione Pirelli. Nel suo intervento, Tronchetti Provera ha spiegato che «la sostenibilità è un tema reale per un'azienda». Anche perché «quando ad esempio facciamo un set di pneumatici per una vettura, saranno costruiti nello stesso modo per i prossimi 7-8 anni, prima che arrivi una nuova vettura». In Formula 1, ha sottolineato l'imprenditore milanese, «abbiamo già inserito il controllo di tutta la filiera della gomma naturale perché sia sostenibile, a partire da chi la raccoglie a come la raccoglie, a che non ci siano minori a lavorare, fino alle modalità con le quali poi tutto verrà riciclato. Siamo gli unici al mondo ad averlo fatto - ha scandito davanti a un pubblico attento che annuiva convinto - nella convinzione che si tratti di un percorso obbligato, necessario». Piuttosto, e qui si riconosce il manager visionario, progressita ma privo di inibizioni quando viene richiesta lucidità di giudizio, «quello che non deve esserci è un percorso ideologico. Quella che stiamo affrontando in Europa è un'autentica follia. Dei politici ignoranti ideologizzati stanno creando un danno enorme a tutta l'economia dell'Unione. Ciò che invece bisognerebbe fare è semplice: misuriamo le cose, le guardiamo in controluce e poi agiamo». Quindi ha esortato: «Facciamo le benzine sostenibili (l'Italia in questo settore è la punta più avanzata in Europa, ndr). Perché dobbiamo fare solo elettrico, quando sappiamo benissimo che le materie prime non le abbiamo, le batterie non le abbiamo, l'energia solare non la possiamo raccogliere se non con i pannelli che vengono non certo dall'Europa e che le turbine delle pale eoliche in Europa non siamo in grado di farle? Di che cosa stiamo parlando? Di idiozie, fesserie». Per Pirelli, «la priorità delle priorità è la nostra gente». Di fronte a questa affermazione, gli è venuto naturale un pensiero conclusivo agli incidenti sul lavoro: «Quando si parla di sostenibilità, le persone sono la primissima cosa».

Come sempre Tronchetti parla con la soddisfatta tranquillità di chi, a 76 anni, può pensare ai centocinquanta anni di una Pirelli che è riuscita fra salti di specializzazioni produttive e traumi, difficoltà e successi, stabilità di lungo periodo ed evoluzioni degli assetti azionari (di recente è riuscito a sventare un blitz dei soci cinesi che avrebbero voluto spostare il baricentro della società dall'Italia alla Cina) a superare la naturale decadenza biologica di ogni fenomeno storico.

Per dirla con le parole di Paolo Bricco, un giornalista del Sole 24 Ore che qualche anno fa ne fece un ritratto puntualissimo, «Tronchetti Provera incarna bene il codice milanese, composto da passioni e determinazione, entusiasmi e timidezze, pragmatismo e inattese ingenuità, con un senso di contemporaneità e un desiderio di futuro che hanno radici profonde nei valori e nei simboli». E soprattutto è uno che dice sempre quello che pensa.

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