Il cancro, l'ombelico, la musica. Raffaella Carrà e quel figlio mai arrivato

Tre anni fa ci lasciava Raffaella Carrà, la regina indiscussa della televisione italiana. Nella sua carriera lunga sessant'anni ha lanciato mode, inventato ruoli e infranto tabù, rimanendo però sempre sé stessa

Il cancro, l'ombelico, la musica. Raffaella Carrà e quel figlio mai arrivato
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Il 5 luglio 2021 se ne andava Raffaella Carrà, icona indiscussa del mondo dello spettacolo italiano che seppe imporsi anche all'estero con la sua voce e la sua presenza. Cantante, ballerina, attrice, conduttrice e autrice televisiva e conduttrice radiofonica, Raffaella Carrà ha lasciato un'eredità artistica solida e indelebile nella storia della tv e dello spettacolo mondiale. Ha attraversato epoche, lanciato mode, infranto tabù e vissuto una carriera variegata e piena di successo. "La vita è una partita a carte e a me piace avere il mazzo in mano. Io me la sono giocata. A volte ho pagato un prezzo e altre mi è andata bene, ma non posso dire di non essermi divertita", disse nel 2019 nell'intervista rilasciata a Vanity Fair. Solo pochi mesi dopo, nel maggio 2020, le diagnosticarono un cancro ai polmoni che le lasciò solo un anno di vita.

Raffaella Carrà: Canzonissima, l'ombelico, le canzoni

Il successo di Raffaella Carrà arrivò negli anni '70. Dopo un decennio trascorso sui set come attrice, Raffaella esordì in tv nel programma "Io, Agata e tu", imponendosi con un ruolo inedito per il piccolo schermo: quello della showgirl. Spigliata, poliedrica (cantante e ballerina) e di bella presenza, la Carrà ottenne sin da subito il favore del pubblico, che la consacrò nuova diva della tv grazie a "Canzonissima", varietà condotto al fianco di Corrado. L'ombelico mostrato durante il balletto della sigla d'apertura del programma - "Ma che musica maestro!" - fece scandalo e Raffaella fu addirittura censurata, nella seconda edizione dello show, nel 1971, a causa della coreografia di "Tuca Tuca", giudicata troppo audace e provocante per i canali della tv di Stato. Solo l'esibizione in coppia con Alberto Sordi sdoganò il "Tuca Tuca", rendendolo uno dei balli iconici di quel periodo. Gli anni '70 e '80 sono quelli in cui la Carrà si impose soprattutto come cantante: singoli come "Borriquito" del 1971 (primo successo sul mercato latino), "Rumore" del 1974, "A far l'amore comincia tu" e "Forte forte forte" del 1976, "Fiesta" del 1977, "Ballo Ballo" e "Pedro" del 1980, conquistarono dischi d'oro e scalarono le classifiche internazionali rendendo Raffaella Carrà un fenomeno italiano globale.

Gli amori importanti e quel figlio mai arrivato

La vita privata di Raffaella Carrà fu spesso oggetto delle attenzioni di fan e stampa. Dal flirt con Gino Stacchini, calciatore della Juventus, alla relazione con Little Tony a tenere banco sulle pagine dei rotocalchi italiani furono soprattutto i suoi due grandi amori: Gianni Boncompagni (al quale rimase legata undici anni) e Sergio Japino, che con lei è rimasto per diciassette anni fino al suo ultimo giorno di vita. La sua vita costellata di successi e tanto amore, soprattutto quello dei suoi fan, ebbe però un grande vuoto, quello della mancata maternità. Nonostante sognasse di diventare madre, Raffaella non ha mai avuto figli. "A quarant'anni, quando sul lavoro ormai mi ero presa le mie soddisfazioni, ho desiderato avere un figlio. Ci ho pensato, ma non è arrivato. La natura dice di sì quando vuole lei", confessò la Carrà nel 2010.

Ma Raffaella seppe reagire a questo immenso dolore adottando a distanza oltre dieci bambini sparsi in tutto il mondo. Ed è grazie a lei se, nel 2006, attraverso il programma televisivo "Amore", proprio sulle adozioni, oltre 150mila bimbi trovarono una famiglia a distanza.

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