Elezioni Regno Unito: confermata la stangata per i Tories

L'onda laburista asfalta gli avversari conservatori: ha inizio la lunga notte elettorale nel Regno Unito che porterà dai primi exit poll ai risultati definitivi

Elezioni Regno Unito: confermata la stangata per i Tories
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Dopo quattoridici anni di governo conservatore, le prime elezioni nazionali in quasi cinque anni, celebrano la vittoria dei Laburisti inglesi. I primi exit poll assegnano 410 seggi ai Laburisti contro gli appena 131 dei Conservatori. In un'altra spinta per i centristi, l'opposizione più piccola dei liberaldemocratici otterrebbe 61 seggi, mentre Reform UK di Nigel Farage potrebbe ottenerne 13.

Un'elezione inattesa

Un'elezione che aveva sorpreso in molti, che attendevano il voto in autunno, con la legislatura che si sarebbe dovuta concludere a metà dicembre. Il premier Rishi Sunak ha invece optato per elezioni estive, certo che i dati macroeonomici positivi lo aiutassero a convincere gli elettori della bontà delle politiche conservatrici.

Una scelta che spiazzato una parte del partito, mentre verso alcuni membri sono emerse accuse di aver scommesso sulla data delle elezioni sfruttando informazioni privilegiate. Ha affrontato la campagna elettorale già da vincitore Keir Starmer, che ha concentrato i suoi sforzi su un'unica parola chiave: cambiamento. Ma a dragare voti e consenti ai conservatori ci si era messa anche la sfida lanciata dal nuovo partito Reform UK di Nigel Farage.

L'avvento di Sunak e le previsioni di queste settimane

La situazione, già delineata chiaramente dai primi exit poll, porterà il partito al governo ad avere meno seggi del suo minimo storico, registrato oltre cento anni fa. Nel 1906 i deputati conservatori erano 156, ma le stime avevano fatto prevedere un risultato ancora peggiore, addirittura attorno agli 80 seggi. Quanto ai Laburisti, che nel 1997 avevano avuto il miglior risultato elettorale di sempre con 179 seggi e Tony Blair a Downing Street, erano destinati a conquistarne oggi oltre 200. Nonostante il disastro annunciato, Sunak ha però annunciato che resterà al suo posto di leader del partito conservatore, secondo le anticipazioni del Times.

Rishi Sunak si era unito a un’ondata di dimissioni nel luglio 2022 che ha estromesso Johnson e portato alla premiership di Liz Truss, durata appena 45 giorni per le disastrose politiche economiche proposte. Diventato premier, Sunak ha cercato di stabilizzare la nave Tory, ma i critici fin da subito gli hanno imputato mancanza di giudizio politico e di contatto con gli elettori. Il Regno Unito ha lottato contro un'inflazione elevata e una crescita economica lenta, e negli ultimi anni migliaia di richiedenti asilo e migranti economici hanno attraversato la Manica su imbarcazioni precarie. La politica firmata dai conservatori per porre un argine è stata un piano per la deportazione dei migranti in Ruanda, accusato da più parti di violare il diritto internazionale, essere disumano e poco utile.

Lo spostamento dei Laburisti verso il centro

Il Partito Laburista, guidato attualmente da Keir Starmer, ha guadagnato terreno, promettendo un ritorno alla stabilità e alle politiche centriste, nonostante l'egemonia datata di Jeremy Corbyn, che ha scelto di candidarsi come indipendente. Starmer ha cercato di faar virare il partito verso il centro, affrontando scomode questioni interne come l'antisemitismo e cercando di allargare la platea elettorale.

Ma sulla Brexit sembra irremovibile: "Sono stato molto chiaro sul fatto che non rientreremo nell'Ue, nel mercato unico o nell'unione doganale, né tornare alla libertà di movimento", ha dichiarato, ribadendo di poter ottenere "un accordo migliore di quello fallimentare ottenuto con Boris Johnson". Nelle ultime ore di campagna elettorale il leader del partito laburista britannico Keir Starmer si era concentrato sull'invito agli elettori ad andare a votare.

La scarsa affluenza alle urne sembrava, infatti, essere l'unica preoccupazione per i laburisti, alle prese con "la mentalità di alcuni elettori secondo cui tutto è rotto e non si può aggiustare nulla".

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