Meloni telefona a Starmer: "Tra noi relazioni ottime"

La premier ringrazia il conservatore Sunak per «gli anni di intensa collaborazione». Tra le due nazioni restano «obiettivi comuni»

Meloni telefona a Starmer: "Tra noi relazioni ottime"
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Le relazioni tra Roma e Londra restano solide. Ieri sera il presidente del consiglio Giorgia Meloni ha avuto una conversazione telefonica con il nuovo «collega» del Regno Unito Keir Starmer e i due hanno sottolineato «l’eccezionalità delle storiche relazioni tra le due nazioni » e «l’importanza di poter continuare nella significativa azione di rilancio della cooperazione bilaterale avviata con il precedente governo ». I due leader si sono dati appuntamento al vertice Nato che si terrà la prossima settimana a Washington. Insomma, il cambio del governo a Downing Street, con l’arrivo del primo ministro laburista al posto di Rishi Sunak, non sposta di una virgola la politica tra Italia e Regno Unito sui dossier importanti. Immigrazione, politica estera, economia: l’asse regge. L’unica a non capirlo è la sinistra italiana che si affida al «vendicatore straniero» per regolare i conti con il centrodestra. La segretaria del Pd Elly Schlein è raggiante e forse già sogna una valanga di voti anche in Italia per i democratici: «Non mancano segnali positivi e incoraggianti, che ci raccontano spazi di nuovo protagonismo per le forze progressiste. In Gran Bretagna, dove i conservatori hanno governato ininterrottamente per 14 anni, si è aperto da oggi un ciclo nuovo con la netta affermazione dei laburisti», commenta la leader dem.

Giù la maschera: il Pd tifa per la vendetta. Spera che il nuovo inquilino di Downing Street chiuda i canali della collaborazione con il governo italiano. Presto però, la speranza cede il passo alla delusione. Ci pensa il presidente del Consiglio Giorgia Meloni a riportare il Pd sul pianeta terra. Poco prima delle 14 ecco la coltellata al cuore della sinistra: «Lo stato dei rapporti tra Italia e Regno Unito è eccellente e sono certa che continueremo a coltivare un rapporto di collaborazione forte e affidabile tra le nostre grandi nazioni, nell’interesse dei nostri cittadini e in linea con gli obiettivi strategici comuni. Ringrazio il mio amico Rishi Sunak per questi anni di intensa collaborazione e di sincera amicizia che hanno rafforzato i legami tra le nostre due Nazionii», scrive su X Meloni. Poi, qualche ora dopo, la telefonata tra i due leader. Brutto risveglio per Pd che continua a insistere e chiedere aiuto al vendicatore straniero. Ecco Laura Boldrini: «Il trionfo del Labour è una risposta ai 14 anni di disastroso governo conservatore, inclusa la Brexit. Ma è anche la dimostrazione che le destre si possono battere. Congratulazioni a Keir Starmer: che il cambiamento promesso abbia inizio».

Tra un sogno e una speranza dei dem italiani, il capo della Farnesina Antonio Tajani mette in chiaro un punto fondamentale nella diplomazia tra i due Paesi: «Posso dire soltanto di aver lavorato bene con il governo conservatore, incontrerò nei prossimi giorni a Washington il nuovo premier, il ministro degli Esteri e della Difesa in occasione del vertice della Nato. Collaboreremo con la Gran Bretagna, che è un Paese amico, alleato, un nostro interlocutore ». Dunque, il sistema di relazioni non subirà contraccolpi. Edmondo Cirielli, vice di Tajani, è ancor più esplicito sugli scenari futuri: «La nuova identità del paese sarà possibile valutarla soltanto fra qualche anno ovvero quando si sarà sedimentato l’entusiasmo delle prime ore. Una cosa è certa, la vittoria dei laburisti non determinerà un cambiamento della politica estera».

Daniela Santanchè, ministro del Turismo, è pungente: «Ricordate il suo nome, sarà il nuovo messia della sinistra italiana che negli anni si è invaghita di Zapatero, Lula, Tsipras e persino di Chavez, ma mai di un proprio leader».

A sinistra, Andrea Orlando, trafitto da un barlume di lucidità, frena gli entusiasmi dei compagni: «Dovremmo evitare una discussione molto provinciale che rischia di trasformare Starmer in Calenda oggi e la prossima settimana Mélenchon in Conte. Lo eviterei nell’analisi». Orlando rovina il party di Schlein.

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