I piani Idf per Libano e Iran. Biden apre ai raid sul petrolio

Israele: "Evacuare a Nord del fiume Litani". Gli Usa: "Colpire gli impianti? Ne discutiamo". Oggi a Teheran i funerali di Nasrallah: ci sarà Khamenei

I piani Idf per Libano e Iran. Biden apre ai raid sul petrolio
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Ogni giorno un gradino più in alto sulla scala dello scontro. Mentre Israele prepara l'attacco all'Iran e colpisce un deposito di armi in Siria, alla polveriera mediorientale si aggiunge una nuova inquietante circostanza. L'esercito libanese per la prima volta da un anno ha risposto al fuoco israeliano e lo ha dichiarato apertamente, in una giornata in cui Israele ha continuato a bombardare il centro di Beirut, attaccato il quartier generale dell'intelligence di Hezbollah e ordinato ai civili libanesi di evacuare 25 località nel sud del Libano. È una novità non da poco, visto che il Libano ha sempre sottolineato fin qui di non essere parte del conflitto tra il gruppo sciita filo-iraniano e Israele. Ma ieri l'esercito di Beirut ha perso due soldati, uno ucciso a Taybeh, nel sud, dove i militari erano «impegnati in un'operazione di evacuazione e soccorso» in cui anche 9 paramedici hanno perso la vita e un altro militare è morto nella zona di Bint Jbei, dove l'esercito ha aperto il fuoco «in risposta» ai soldati israeliani. Il giorno prima strutture mediche a un chilometro dal Parlamento libanese erano state colpite e il bilancio è di 28 operatori sanitari uccisi in 24 ore e quasi 2mila persone, inclusi 127 bambini, morti in tutto da inizio conflitto, anche se Beirut, come Hamas, non distingue fra civili e combattenti. Le nuove circostanze spingono dunque le autorità libanesi a un cambio di passo, che non è ancora un cambio di strategia o un ingresso nel conflitto, ma conferma che la de-escalation in Medio Oriente è sempre più un miraggio.

L'esercito israeliano (Tsahal), che ieri ha perso in Libano il nono soldato, ha annunciato di aver colpito 200 obiettivi di Hezbollah, di aver ucciso 15 combattenti, tra cui Khider al Shaebia, il responsabile del lancio di un razzo che il 27 luglio uccide 12 ragazzi drusi in un campo di calcio nel nord di Israele. Ed è chiaro dall'ordine di evacuazione lanciato su 25 località a nord del fiume Litani (la linea tracciata dalla risoluzione Onu e che l'esercito israeliano non dovrebbe superare), che l'offensiva proseguirà nel Paese dei Cedri. «Non consentiremo che Hezbollah torni nel sud», spiega il capo maggiore dell'Esercito, Herzi Halevi. Anche per questo il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha annunciato ieri la partenza da Beirut per Roma di un charter con 180 italiani e ha raccomandato a 700 connazionali di rientrare dall'Iran.

Proprio nella capitale iraniana, secondo testimonianze che riferiscono di grandi preparativi, si potrebbero svolgere già oggi i funerali del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ucciso una settimana fa da Israele. La cerimonia sarebbe prevista durante la preghiera del venerdì guidata dal leader iraniano Ali Khamenei. Secondo il ministro degli Esteri libanese, Abdullah Bou Habib, Nasrallah avrebbe accettato una tregua di 21 giorni con Israele prima di venire ucciso e il Libano avrebbe avvisato Usa e Francia della decisione.

L'attesa e timori che lo scontro si alzi di livello riguardano l'attacco di Israele all'Iran in risposta ai quasi 200 missili lanciati martedì dal regime di Teheran. Il presidente americano Joe Biden ha fatto sapere: «Oggi (ieri, ndr) non succederà nulla». Ha spiegato che sono in corso «discussioni» su possibili attacchi contro impianti petroliferi iraniani, dopo essersi detto contrario a quelli ai danni di siti nucleari, spiegando che Washington «consiglia» Israele, invece di «permettere», per sottolineare l'indipendenza delle decisioni del governo Netanyahu. Dopo le sue parole, il prezzo del petrolio è schizzato a New York del 4,15% a 73,01 dollari al barile.

Secondo il New Yorker, tuttavia, «solo l'aviazione americana può distruggere i siti nucleari iraniani», in particolare il sito sotterraneo di Fordow, a sud di Teheran. «Pochi dirigenti americani e israeliani credono che Israele, da solo, possa distruggere l'infrastruttura nucleare» iraniana. Ma colpire duro il regime, questo è quello che Israele può e intende fare.

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