"Sbagliato pensare a tasse su piccole e medie imprese"

L'eurodeputata di Fi: "Vietato parlare di extraprofitti. La Milano di Sala non è più una città internazionale"

"Sbagliato pensare a tasse su piccole e medie imprese"

Letizia Moratti, 74 anni, ex presidente della Rai, ex ministro, ex sindaco di Milano, dirigente in varie aziende, oggi è parlamentare europea. La politica attiva è la sua passione.

Presidente, il ministro Giorgetti parla di nuove tasse. Dice che occorrono risorse per varare una buona legge di bilancio e che lui non intende tassare gli extraprofitti ma chiederà sacrifici a tutti. Lei che ne pensa?

«Dovremo prima capire bene quali saranno le proposte del ministro. Non mi pare opportuno in questo momento continuare a parlare di extraprofitti e di eventuali nuove tasse, soprattutto in capo alle imprese, in particolare quelle piccole e medie».

Lei ritiene che stia governando bene Giorgia Meloni?

«Si. In un contesto politico e geopolitico molto difficile. L'esecutivo si sta dimostrando coeso e affidabile. Anche in Europa è stato riconosciuto il ruolo italiano, con la nomina di Fitto a vicecommissario esecutivo. Meloni tiene la barra dritta in tutti i mari».

Forza Italia è in netta ripresa. Come giudica la direzione di Tajani?

«Tajani ha affrontato una fase molto difficile. Dopo la morte di Berlusconi molti davano Forza Italia per finita. Tajani ha mostrato coraggio ed equilibrio. Ha riaffermato i valori e i principi fondanti e rilanciato l'attività liberale, popolare, riformista che sta nel Dna del partito».

Però ci sono dei dissensi nella maggioranza. Con le elezioni in Austria e la vittoria della destra destra sono volate parole grosse tra Tajani e Salvini. Tajani ha parlato di neonazismo, Salvini gli ha detto che aveva mangiato maleLei è d'accordo con Tajani?

«Sì, sono d'accordo con Tajani. Però non sono allarmata per questo contrasto. È una normale dialettica politica. Andiamo a vedere nel campo avversario cosa succede. Il campo largo è morto in culla. A sinistra ci sono fratture profonde. Da noi solo discussioni, talvolta frizzanti, mai dirompenti».

E perché nel campo largo c'è questa rottura?

«Perché non ci sono valori fondanti comuni. Solo ipotesi di alleanze di potere.

Secondo lei Piersilvio e Marina Berlusconi dovrebbero assumere un ruolo nel partito?

«Non sono certo io che posso esprimermi su una cosa che non riguarda me. Marina e Piersilvio Berlusconi hanno dimostrato di avere doti eccezionali nell'assumere le redini di un'eredità imprenditoriale molto impegnativa. La loro attenzione verso Forza Italia e verso la politica dimostrano il loro senso di responsabilità altissimo nei confronti del paese».

Non pensa che l'Europa stia svolgendo una parte troppo marginale nel conflitto in medio oriente?

«L'Unione europea è in una fase di riflessione su come rafforzare la sua posizione a livello globale rispetto a potenze come Usa e Cina. Per riuscire a svolgere un ruolo più importante deve rafforzarsi, diventare più autonoma».

Come?

«Con la politica estera e con la realizzazione di una difesa comune. Senza queste due cose il ruolo dell'Europa rischia di diventare marginale. Solo così può avere una azione diplomatica efficace ed autorevole».

Torniamo in Italia. Dov'è la destra si sa, dov'è la sinistra pure. Dov'è il centro?

«Forza Italia ha tutte le caratteristiche per essere il centro. Non solo il centro rispetto all'alleanza di centrodestra, ma il centro della politica nazionale. Perché è un partito che ha una storia più che trentennale, fatta di valori, di appartenenza, ha le carte per essere un catalizzatore di consensi anche in quella parte di elettorato che si riconosceva nel terzo Polo, ma che si è accorta che il terzo polo non esiste più».

Lei è stata la prima donna presidente della Rai, la prima sindaca di Milano. Si è rotto il tetto di cristallo?

«No, o almeno non del tutto. Il ruolo delle donne nei posti apicali è cresciuto molto, ma per una raggiungere una parità concreta bisogna percorrere ancora una strada lunga. Le faccio un esempio: il gender gap nei salari. Si sta riducendo, si. Ma se continua a ridursi a questa velocità per colmarlo occorreranno 160 anni. Per questo ho portato la questione all'attenzione della commissione Affari sociali a Bruxelles».

Immigrazione. Forza Italia ha posizioni diverse da Lega e Fratelli d'Italia.

«Sull'immigrazione Forza Italia ha una visione molto pragmatica. Condivide il Piano Mattei e gli accordi del governo con diversi paesi africani. Poi ci possono essere delle sfumature con gli alleati, ma i fondamentali sono condivisi».

Sulla cittadinanza?

«Una discussione che sarà portata avanti da Forza Italia nel rispetto dell'alleanza, con una proposta volta a rendere cittadini italiani ragazzi consapevoli di storia e cultura nazionale, ma soprattutto che condividono i valori costituzionali su cui si fonda la nostra Repubblica».

Sabato si svolgeranno manifestazioni filopalestinesi e antisemite. Lei che è figlia di un partigiano della brigata ebraica è preoccupata?

«Si, sono preoccupata. Vedo crescere l'antisemitismo in Italia e in Europa. Credo che sia grave fare delle forzature strumentalizzando le piazze, peraltro con manifestazioni non autorizzate. Il 7 ottobre Israele ha subito un feroce attacco terroristico. C'è poco da discutere. Vorrei che prevalesse il dialogo e il rispetto di posizioni anche diverse, senza provocazioni ideologiche. In una democrazia matura dovrebbe essere così».

Milano è ancora vicina all'Europa, come diceva Lucio Dalla, è ancora la capitale morale?

«Milano ha una forte vocazione internazionale. Che ha avuto una espressione molto significativa in Expo. Milano ancora beneficia di quella opportunità e ne sono orgogliosa. Però quella spinta si è affievolita. Manca una visione che riesca davvero a dare a Milano la dimensione della grande città italiana mitteleuropea, una città leader. È la capitale economica del paese e merita di tornare al rango che le compete».

La vede affievolita questa spinta?

«Si. Molto affievolita. Resta l'abbrivio di Expo, e della rigenerazione urbana che fu realizzata da Albertini e poi dalla mia gestione. Ma quella spinta non c'è più»

La gestione Sala non entusiasma?

«Non ha visione. Non ha progetto. Non guarda al futuro».

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