Morta a 89 anni Lea Pericoli, la regina del tennis italiano

Dopo una lunga e gloriosa carriera da record che l'ha vista per 14 anni consecutivi numero uno in Italia si è spenta Lea Pericoli: ecco i suoi maggiori successi e il ricordo di Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta

Morta a 89 anni Lea Pericoli, la regina del tennis italiano
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Ha vinto ben 27 titoli nazionali nella sua lunga e gloriosa carriera e non a caso è stata chiamata, da sempre, la signora del tennis italiano: a 89 anni è morta Lea Pericoli, nata a Milano il 22 marzo 1935. Non solo le gesta durante le gare ma si è sempre contraddistinta come "regina in campo e maestra di eleganza" come ricorda in un lungo articolo la Federazione italiana tennis e padel (Fitp). Ai tempi di Indro Montanelli è stata anche una collaboratrice de Il Giornale.

Una carriera da record

Come accennato, i 27 titoli nazionali sono stati vinti con 27 sia in singolare che in doppio e doppio misto ma Lea Pericoli ha portato altissimo il nome dell'Italia tennistica anche all'estero raggiungendo per ben quattro volte gli ottavi di finale del prestigioso torneo del Grande Slam sulla terra battuta di Parigi al Roland Garros (1955, 1960, 1964 e 1971) e per ben tre volte sull’erba di Wimbledon (1965, 1967 e 1970). Oltre ai titoli vinti, nessuno (e nessuna) è mai riuscito a essere il numero uno del tennis italiano per ben 14 anni dal 1959 al 1976: la tennista nata a Milano vanta ben 29 gare in Nazionale con un altro record, quello relativo alle vittorie, otto in singolare e sei nel doppio.

La giovinezza in Africa

All'estero ha iniziato a vincere nel 1954 a Crans Montana, in Svizzera, passando per le vittorie a Istanbul, Cairo, San Paolo e Santiago, in pratica in tutto il mondo. Agli Internazionali di Roma al Foro Italico ha raggiunto le semifinali nel 1967 ma per ben quattro volte i quarti di finale e otto volte gli ottavi. L'amore per la racchetta lo ha sin da piccola grazie al padre: una vita iniziata ad Addis Abeba, in Etiopia, dove il padre portò la sua famiglia per poi trasferirsi in Kenya dove iniziò i suoi studi ma poi ecco iniziare il giro per il mondo grazie al tennis. La scintilla per questo sport si accende a 17 anni mentre si trova in vacanza in Versilia scegliendo di dedicare anima e corpo al tennis. "Chi cerca diventare un campione combatte una guerra continua: è uno sport molto educativo che mi ha insegnato molto", dichiarò in passato.

Il doppio match point alla malattia

Non solo tennis ma, come nella vita di ogni essere umano, ecco capitati due importanti incidenti di percorso che Lea Pericoli ha affrontanto vincendo: nel 1973 le fu diagosticato un carcinoma all'utero nel 1973, nel 2012 ebbe a che fare con un cancro al seno. Così come affrontava le gare in campo, al di fuori del terreno di gioco è stata considerata una giovanne donna seducente e sexy, una tennista "di mondo" e spigliata.

Il cordoglio della Federazione

"Il Presidente Angelo Binaghi e tutto il movimento del tennis italiano si stringono con affetto alla sua famiglia in questo momento di grande dolore", scrive la Fitp in una nota dove ricorda la vita e le imprese di Lea Pericoli.

Il dolore di Pietrangeli

Non ha nascosto tutta la sua commozione Nicola Pietrangeli, campione del tennis italiano, che intervistato da LaPresse ha dichiarato di essere stato il primo a sapere della scomparsa. "La sorella mi ha chiamato tre minuti dopo. Per me è morta una sorella, una compagna di vita, lei era una cosa bella". Alla domanda di cosa pensasse di Lea Pericoli ha risposto che si "deve morire per essere un pò riconosciuto. Di lei ricordo, più che la tennista, la sua classe. Era una grande signora, si dovrebbe ricordare come una signora di altri tempi. Cosa vorrei dirle? Arrivederci, aspettami e prenota il tavolo".

Il ricordo di Panatta e Garbin

"Un grande esempio di eleganza. Era una grande signora fuori dal campo e dentro al campo, personaggi così sono rari da trovare", ha ricordato Adriano Panatta intervistato da Rainews24. Molto significative anche le parole di Tathiana Garbin, capitana della squadra azzurra di Billie Jean King Cup, che intervistata dall'AdnKronos ha dichiarato che è "morta una grande signora del tennis, è un profondo dolore: una donna con un'eleganza, un modo di far, uno stile pazzeschi, che era unico. Forse perché tutto in lei era contraddittorio, a volte era talmente una di noi che anche la parolaccia era qualcosa di elegante detta da lei". Una donna, aggiunge Garbin, che "ha avuto una vita comunque molto dura: ma secondo me il tennis le ha regalato qualcosa di bello e straordinario, che poi è una cosa che ha regalato a tutti noi". Il suo stile era "irripetibile e si presentava con eleganza fortissima.

Però ripeto: era una di noi, comunicava con noi con un'apertura, una giovinezza che non aveva nessuno. E poi le sue storie sono uniche, quello che aveva dato al tennis con la sua particolarità è qualcosa di unico".

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