Agricoltura Ue, vince la linea italiana

Fitto presenta le nuove direttive basate su semplificazione e sovranità alimentare

Agricoltura Ue, vince la linea italiana
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Dopo la messa in discussione dello stop ai motori endotermici nel 2035, l'Unione europea rivede un altro dei pilastri del Green Deal e cambia direzione sulle politiche agricole che avevano suscitato nei mesi scorsi le dure proteste degli agricoltori.

Ieri il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, Raffaele Fitto, e il commissario all'Agricoltura e all'Alimentazione, Christophe Hansen, hanno presentato le linee guida sulla politica agricola europea «Visione per l'Agricoltura e l'Alimentazione Plasmare insieme un settore agroalimentare ed agricolo per le future generazioni» segnando una netta discontinuità rispetto al passato.

Si tratta di un documento elaborato nei primi cento giorni della nuova Commissione von der Leyen in cui si valorizza il concetto di sovranità alimentare europea, le produzioni locali, la semplificazione normativa, la riduzione degli oneri per gli agricoltori, il contrasto alle pratiche sleali e la reciprocità nelle regole per i Paesi terzi con standard più severi su pesticidi e sicurezza alimentare.

Nel corso dell'anno la Commissione proporrà infatti un pacchetto completo di semplificazione dell'attuale quadro legislativo agricolo e una strategia digitale dell'Ue per l'agricoltura con l'obiettivo di sostenere la transizione verso un'agricoltura pronta per il digitale. L'obiettivo è in prospettiva rivedere la politica agricola comune (Pac) rendendola più semplice e mirata con un sostegno diretto agli agricoltori.

Il presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha spiegato che «i nostri agricoltori devono affrontare le crescenti sfide della concorrenza globale e dei cambiamenti climatici. Ecco perché oggi proponiamo una strategia globale che rende l'agricoltura più attraente, più resiliente e più sostenibile».

Secondo il vicepresidente Raffaele Fitto la vision europea sull'agricoltura rappresenta «un nuovo modo di lavorare creando fiducia e promuovendo il dialogo attraverso tutta la catena di valore. Un dialogo da approfondire a livello locale, proponendo soluzioni semplici e innovative su misura con approcci territoriali, perché ci vogliono soluzioni mirate e non strategie universali».

Dietro la nuova linea europea per il settore primario c'è anche un importante dato politico che rappresenta un successo per la linea portata avanti dal governo Meloni. Come ha spiegato il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, si tratta di «un vero e proprio cambio di rotta, netto e radicale, rispetto alle strategie degli ultimi cinque anni, che rincorrevano visioni ideologiche che appiattivano il Green Deal su una presunta tutela dell'ambiente, tutta a carico del sistema produttivo, con gravi criticità, soprattutto nel mondo agricolo». Il capodelegazione di FdI al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, ha parlato invece di «una ventata di aria fresca per un settore massacrato in questi anni da eccesso di burocrazia e accanimento ideologico green». Ha espresso soddisfazione anche il presidente della Coldiretti Ettore Prandini secondo cui «questa nuova visione strategica recepisce di fatto molte delle istanze da sempre proprie della nostra organizzazione ma rese più urgenti dall'attuale contesto socio-economico», mentre per Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, «in un momento in cui l'Unione europea deve tornare protagonista in un contesto geopolitico complesso, la sicurezza alimentare diventa una assoluta priorità».

Per il segretario generale Coldiretti Vincenzo Gesmundo, «bene i nuovi obiettivi, ma tutto ciò rischia non essere attuabile senza un budget adeguato». Gesmundo ha ribadito la contrarietà all'ipotesi di unificare i fondi Pac con quelli di coesione.

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