"Fact checking" alla Meloni: gli svarioni di Floris & C.

"DiMartedì" prova a smontare lo spot elettorale della premier ma fa confusione sui numeri e rimedia otto errori imbarazzanti

"Fact checking" alla Meloni: gli svarioni di Floris & C.
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Ma quanto è difficile il lavoro del debunker, o del fact-checker a dir si voglia, se a farlo sono cronisti (o presunti tali) con le fette del preconcetto sugli occhi. «Abbiamo fatto delle correzioni al suo filmato», annuncia soddisfatto Giovanni Floris (foto) a DiMartedì lanciando, prima che parta la clip, un guanto di sfida a Giorgia Meloni. Sfida che il giornalista perde miseramente. Risultato finale: otto imbarazzanti svarioni smentiti dai dati ufficiali.

Partiamo dall'inizio. Dallo spot elettorale inviato nei giorni scorsi dalla Meloni agli spettatori di La7. «Spero di trovarvi rincuorati per lo scampato pericolo della deriva autoritaria, del collasso dell'economia, dell'isolamento dell'Italia a livello internazionale», diceva la premier nel video. «Mentre molti discutevano di questi fantasmi noi lavoravamo senza sosta per migliorare le condizioni dell'Italia». Floris non ci sta. Probabilmente ancora vittima di quei fantasmi si lancia in un funambolico e per nulla veritiero fact checking. Che noi ora, dati alla mano, smonteremo punto per punto.

Crescita

Per quanto riguarda il Pil, secondo i soloni di Floris, quest'anno l'Italia sarà sotto la media europea. Niente di più falso. Nel primo trimestre del 2024, infatti, l'economia italiana è cresciuta dello 0,3% rispetto al trimestre precedente (più di Francia e Germania) e dello 0,6% rispetto al primo trimestre 2023. Si tratta della terza variazione positiva e interessa tutti i comparti (settore primario, industria e servizi).

Export

A DiMartedì sono convinti che l'export sia fermo dal 2022 (anno, peraltro, «viziato» positivamente della ripresa post Covid) ma i dati veri, quelli che mettono a confronto ottobre 2021-ottobre 2022 (governi Conte II e Draghi) con novembre 2022-novembre 2023 (governo Meloni), potrebbero sorprendere Floris. Uno su tutti: più 7 miliardi solo verso gli Usa (fonte Istat).

Spread

Alla Meloni che rivendica di essere riuscita ad abbassare lo spread, Floris ribatte dicendo che è tra i più alti d'Europa.

Peccato che oggi il differenziale sia attorno ai 130 punti base mentre un anno e mezzo fa, nei giorni d'insediamento del governo, l'Italia viaggiava a vele spiegate verso quota 240, ben al di sopra della soglia di allerta dei 200.

Borsa

Nel 2023 Piazza Affari ha vissuto 12 mesi da urlo. Non c'è che dire: +28%. Solo Tokyo gli ha tenuto testa e solo il Nasdaq di New York ha fatto meglio (+44%). L'unica a non brindare è La7 lamentando che la crescita sia dovuta alle performance di titoli bancari e assicurativi. Annotazione per i sapientoni di Di Martedì: la Borsa cresce soltanto quando c'è stabilità di governo.

Lavoratori poveri

Al tasso di occupazione più alto di sempre, la redazione di DiMartedì si butta sui lavoratori dipendenti in povertà. Peccato che tutti i report si basino sulle retribuzioni contrattuali al lordo delle trattenute fiscali. Non calcolano cioè i benefici del taglio del cuneo fiscale, dell'accorpamento degli scaglioni Irpef e di altre misure a difesa del potere d'acquisto dei lavoratori introdotte dal governo. Tutte misure che garantiscono un aumento netto in busta paga.

Occupazione femminile

La Meloni celebra l'aumento dei contratti stabili e soprattutto dell'occupazione femminile. Il servizio di La7 replica che in questo l'Italia è fanalino di coda a livello europeo. I dati Istat, però, danno ragione alla premier: a marzo si sono registrati 660mila occupanti in più, di cui 260mila donne, rispetto a ottobre 2022.

Povertà assoluta

Alla Meloni, che nel suo video parla di diminuzione del rischio di povertà (rischio che oggi è diminuito di un punto percentuale), DiMartedì replica con l'aumento delle famiglie in povertà assoluta. Una mezza verità. Il peggioramento dell'indice, dovuto interamente all'andamento dell'inflazione e quindi alla possibilità di acquistare beni e servizi di base di un determinato paniere, si è notevolmente ridotto nel 2023 rispetto al 2022 passando dal +0,6% al +0,2%.

Salari

Stando ai fact checker di Di Martedì nel 2023 i prezzi sarebbero aumentati il doppio rispetto ai salari. Anche qui, però, l'Istat dà ragione alla Meloni: dallo scorso ottobre, dopo tre anni che accadeva il contrario, le retribuzioni sono tornate a crescere più dell'inflazione e i primi tre mesi del 2024 confermano questa tendenza. Tanto per intenderci: nel 2023 le retribuzioni orarie sono cresciute del 2,9%, 2,5 volte rispetto all'anno precedente e 5 volte rispetto al 2021 che si era fermato allo 0,6%.

Nel lanciare il rovinoso fact checking, che abbiamo appena smontato, Floris ha

fatto pure il bulletto con i colleghi di viale Mazzini: «Come sarebbe TeleMeloni, se ci fossero giornalisti dentro...». Non sappiamo come siano messi in Rai in quanto a debunking, di sicuro a La7 non sono messi affatto bene.

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