Sicurezza, si amplia il modello Caivano

Otto nuovi interventi con un secondo decreto illustrato dalla Meloni ai sindaci

Sicurezza, si amplia il modello Caivano
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Dall'inferno di Caivano al modello Caivano. Sembrava una distanza incolmabile e invece ormai la trasformazione è cosa fatta. Tanto che il comune campano diventa sinonimo di modello da seguire e soprattutto da replicare. I media hanno giocato fin troppo spesso con facili schematizzazioni per raccontare la realtà di una delle periferie urbane più degradate d'Italia. Ora il governo ci torna sopra e dopo averci «messo la faccia» con una delle prime iniziative del governo Meloni. Ecco il decreto Caivano bis. Lo ha presentato la stessa premier in una riunione allargata a Palazzo Chigi. «A Caivano abbiamo dimostrato che le cose possono cambiare - spiega la Meloni a una platea di ministri, commissari straordinari, sindaci e amministratori locali -. Abbiamo messo la faccia su una sfida che altri avevano considerato troppo difficile; lo abbiamo fatto con uno straordinario lavoro di squadra - per il quale ringrazio ancora una volta tutti i Ministri, le Amministrazioni e gli uffici che ci hanno lavorato - e giorno dopo giorno abbiamo messo una sopra l'altro i mattoni per ricostruire Caivano». «Abbiamo riportato in quel territorio - dice la premier - la gioia delle cose semplici, quasi banali. Come portare i bambini al parco, avere un asilo nido dove far crescere i più piccoli e un centro dove poter far sport. Cose semplici, ma che purtroppo erano negate». Da qui l'idea di replicare il modello. «Vogliamo estenderlo - aggiunge la premier - a tutte quelle realtà dove lo Stato è stato meno presente o, peggio, ha scelto di fare un passo indietro». Sono state quindi individuate le risorse: 180 milioni di euro stornati dai Fondi di sviluppo e coesione. Il Caivano bis si concentrerà in particolare sugli interventi di riqualificazione delle periferie.

Il piano prevede otto interventi che interessano le periferie di alcune grandi città come Palermo, Roma, Catania e Napoli, cui si aggiungono realtà come Rozzano. La presenza dei ministri Tommaso Foti (Politiche di coesione), Matteo Piantedosi (Interno) e Andrea Abodi (Sport), di sindaci e amministratori locali e soprattutto del Commissario straordinario Fabio Ciciliano è servita per definire al meglio sinergie e cooperazione tra le diverse istituzioni per quel «gioco di squadra che finalmente - come ha ricordato la Meloni - sta dando prova concreta della presenza dello Stato anche nelle periferie fin qui più trascurate». Entro la fine del mese il testo dovrebbe approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri per l'approvazione finale.

Dalla riunione è emersa l'idea di modellare l'intervento nell'ottica di una sinergia tra Stato ed enti locali». L'obiettivo primo e più immediato è quello di «risollevare le comunità che ne hanno necessità non solo dal punto di vista infrastrutturale ma anche dal punto di vista di una riqualificazione sociale».

E proprio nell'ottica di una sinergia si è previsto come metodo di lavoro di fare in modo che i progetti vengano vagliati dall'ente locale cui sono dedicati e che proprio l'ente stabilirà le priorità negli interventi da eseguire. Alcuni Comuni daranno al commissario anche dei fondi del proprio bilancio per realizzare determinati progetti e accelerare in questo modo le procedure grazie alle deroghe di cui gode proprio l'ufficio del Commissario straordinario. «Segno che si lavora in un clima di fiducia reciproca», fanno notare alcuni degli intervenuti alla riunione.

L'attenzione è focalizzata su scuole, sport, rigenerazione urbana e il verde per fare in modo che i cittadini possano riappropriarsi degli spazi nelle città. Tra l'altro gli interventi riguardano il Quarticciolo a Roma, Scampia e Secondigliano a Napoli, Borgonuovo a Palermo, San Cristoforo a Catania e Orta Nova in provincia di Foggia

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