Pride tra provocazioni e polemiche. Il Pd: "Chi non è presente è omofobo"

In 350mila sfilano fino all’Arco della Pace. Schlein: "Con Meloni un passo indietro". Majorino attacca Fontana che nega il patrocinio: "La sua giunta dà segnali negativi"

Pride tra provocazioni e polemiche. Il Pd: "Chi non è presente è omofobo"
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Questa storia che la Regione non ha voluto dare neanche quest'anno il patrocinio al Pride, alla sinistra non è proprio andata giù. Così, ieri, un bel governatore Fontana cartonato a grandezza naturale, con bandiera arcobaleno sulle spalle è spuntato sul carro del Pd. Pronto a sfilare fianco a fianco alla segretaria dem, Elly Schlein, a Milano per l'occasione e prima del carro dei Cinque Stelle a dare manforte al Pd, almeno su questo tema: «Negare il patrocinio non spegnerà il nostro orgoglio». «Fontana non vuole mai venire al Pride che è una grande festa e ci spiaceva che non fosse con noi», ha commentato il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Pierfrancesco Majorino. Che poi ha pure rincarato la dose. «Chi non è presente, è omofobo» ha aggiunto, accusando la giunta di essere l'istituzione che «più di tutte dà segnali negativi a tutte le persone che oggi si troveranno in piazza».

II Pd «non può proprio fare a meno di me - ha replicato al volo Fontana - Oggi mi ha portato anche al Pride, che burloni. Chissà, forse arriverà un giorno in cui anche loro non utilizzeranno queste manifestazioni per le solite e arcinoiose strumentalizzazioni politiche». Un botta e risposta, nota di colore, in un'arcicolorata manifestazione partita intorno alle 16 da via Vittor Pisani e approdata all'Arco della Pace dopo avere attraversato (e bloccato) mezza città per dare e fare spettacolo. Carri, musica a palla, balli, striscioni e sfottò con un serpentone di quasi 350 mila persone, come hanno dichiarato gli organizzatori. Ad aprire il Pride meneghino c'era una «cargo bike» in segno di sostenibilità ambientale, poi i soliti grandi carri.

Assente l'associazione Lgbt ebraica, Keshet (per «il clima di odio crescente intorno alla loro partecipazione»), alcuni ebrei hanno comunque preso parte al Pride sfilando col carro di +Europa dove è stato montato lo striscione Jews are welcome. Sui social l'azzurro Alessandro De Chirico si è immortalato chiosando «anche quest'anno l'unico di centrodestra a sfilare al pride». «Vedo una Milano orgogliosa e partecipe che non si ferma quando c'è da scendere in campo per i diritti di tutti e di tutte», ha detto dopo dal palco all'arco della Pace Alice Redaelli, presidente di Cig Arcigay Milano. Diritti. Lo ripete la Schlein prima di dare il via alla parata, fluida anche nell'utilizzo dell'alcol.

C'è il divieto imposto dalla Prefettura, ma la birra viene spillata a fiumi in Sempione. Ma vabbé. In ballo qui c'è altro. «Sarà anche oggi una giornata di partecipazione per i diritti di tutti, per i diritti LGBTQ», dice la Schlein chiedendo «una legge contro la omobilesbotransfobia», necessaria «davanti alle tante e troppe aggressioni e discriminazioni che queste persone vivono ogni giorno». «Vogliamo il matrimonio egualitario perchè l'amore non si discrimina e non lasceremo decidere alla destra chi abbiamo il diritto di amare. Serve una legge per non lasciare soli i sindaci sul riconoscimento delle coppie omogenitoriali».

Sul palco a rappresentare il Comune c'è poi l'assessore Bertolé. Il sindaco reduce da un intervento chirurgico manda un messaggio. «Il Pride è la festa di ogni persona che crede nei diritti fondamentali, senza alcuna distinzione».

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