Undici sorpassi e contro sorpassi nei primi tre giri del Gran Premio della Malesia tra i due contendenti al titolo: Jorge Martin e Pecco Bagnaia. Determinato a cancellare l'errore nella Sprint, il piemontese ha dato una prova di carattere. Doveva vincere e lo ha fatto, riattaccando e respingendo ogni sorpasso dello spagnolo che nonostante il vantaggio di 29 punti al via non si è risparmiato. Insieme hanno firmato una delle pagine più belle della Motogp in una domenica iniziata male con lo spaventoso incidente alla prima staccata che aveva visto coinvolti Fabio Quartararo, Brad Binder e Jack Miller. I lunghi minuti a terra avevano fatto temere il peggio per Jack, invece il coriaceo australiano è poi uscito a piedi dal centro medico. Dopodiché, la ripartenza e lo show. Con la straordinaria vittoria - la decima quest'anno nella gara lunga - Pecco rimanda la lotta per il titolo iridato a Barcellona tra due settimane (manca solo la conferma del circuito che sostituirà Valencia).
Mai dire mai nelle corse, ma con ben 24 lunghezze di vantaggio, Jorge Martin resta il grande favorito e se dovesse riuscirci per lo spagnolo e il team toscano della Pramac Racing capitanato da Paolo Campinoti sarebbe un traguardo storico: nell'era MotoGp moderna, quella cioè con le moto con motori da 4 cilindri e 1000 cm³ di cilindrata, finora ha sempre vinto un team ufficiale. Il successo di Pramac, diventerebbe così un trionfo tutto italiano e regalerebbe un sogno alle squadre indipendenti in griglia.
Archiviata la Malesia, il circus della MotoGP guarda al gran finale. Con 37 punti in ballo tra sabato e domenica, Martin potrebbe laurearsi campione già al sabato. Un successo nella sprint (12 punti al primo, 9 al secondo) significherebbe il trionfo perché consentirebbe a Martin di portare il distacco a +26. «Meriterebbero entrambi di vincere il titolo», ha dichiarato Gigi Dall'Igna, il dg della Ducati, che ancora una volta colora di rosso il podio della classe regina.
Intanto però Pecco ha già vinto con il suo pensiero al popolo valenciano duramente provato dall'alluvione: «Dobbiamo dare una mano al circuito e alla sua gente perché non gira tutto intorno al motomondiale. Nella vita c'è dell'altro. Noi siamo persone fortunate: abbiamo la possibilità di fare qualcosa, e dovremo farlo».
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