Quando Natalia Ginzburg, eletta in Parlamento, entrò la prima volta in Transatlantico, incontrò Enrico Berlinguer che le chiese se fosse contenta di trovarsi lì. «Mi sento inadeguata», rispose. «Siamo tutti inadeguati», commentò lui.
C'è venuto in mente quando ieri abbiamo letto un'intervista ad Andrea Crisanti, il senatore del Pd passato nel 2022 da una cattedra di Medicina ai banchi di Palazzo Madama. «In aula capisco il 30% delle leggi che voto. Il resto è totalmente inaccessibile alla mente oppure è noia», ha confessato.
Sgombriamo subito l'articolo da ironia e populismo. Non diremo né che per fare politica bisogna essere vaccinati, né che Crisanti allora deve restituire il 70% dello stipendio.
Diremo invece che ha dimostrato una certa onestà intellettuale. A parte qualche politico della vecchia guardia, tutti i deputati sono nella situazione, o anche peggiore, di Crisanti, il quale comunque è uno che ha studiato. È stato primario e docente universitario. I grillini - per dire - non sono mai arrivati al 30% di comprensione tutti insieme.
Il fatto è che, votando su ogni ambito dello scibile umano, non esiste un solo parlamentare che abbia consapevolezza di tutto ciò che sta votando. Infatti esistono le Commissioni e le Giunte parlamentari.
Ed ecco perché, alla fine, siamo tutti inadeguati. Belinguer, la Ginzburg, noi e voi. Perché la politica è l'arte di cambiare il mondo. Ma un poco alla volta.
E il 30% è già tantissimo.
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