
La pattuglia tricolore in Formula 1 si ingrossa e si ingrassa, nel senso che diventa sempre più influente. Non c'è solo la Ferrari dove, per altro, la Scuderia è in mano a un francese, Frédéric Vasseur. Dall'Italia arriva anche la Racing Bull che ha sempre la sua sede a Faenza, là dove una volta regnava il mitico Giancarlo Minardi. Anche la vecchia Toro Rosso è in mano a un francese, Laurent Mekies, che però parla italiano con l'accento della pantera rosa. E dall'Italia arrivano le gomme Pirelli che tra un anno si occuperà anche di MotoGp, i freni Brembo che festeggia i 50 anni si sport fornendo pinze, dischi e materiale idraulico a tutti i team, la benzina di Eni che ha firmato con Renault un accordo pluriennale, le luci nella notte di Singapore fornite dalla Maioli di Ravenna, i caschi Bell (per i ferraristi e la maggior parte dei piloti) marchio inglese ora di proprietà dell'italiana Racing Force che fornisce le micro telecamere, i caschi Schuberth (Verstappen) fabbricati in Italia, l'abbigliamento Sparco (con Red Bull) e Omp, storico marchio legato a Schumi. C'è tanta Italia in uno sport dove il grande capo, Stefano Domenicali, viene da Imola e ha sposato una ragazza di Monza e proprio ieri ha firmato per altri 5 anni con Liberty Media: fino al 2029 sarà il grande capo della F1. Da Domenicali ai cuochi dei team, non c'è un ruolo dove non ci sia qualche italiano anche se da quest'anno non si brinderà più con le bollicine di Ferrari Trento, spodestate dal mega investimento del gruppo LVMH.
La punta della pattuglia tricolore è il più giovane del gruppo: Andrea Kimi Antonelli, 18 anni, terzo esordiente più giovane della storia dopo Verstappen e Stroll. Finalmente un italiano con una vettura potenzialmente vincente per colmare un buco creatosi il 19 marzo 2006, giorno dell'ultimo successo di Giancarlo Fisichella in Malesia. In Mercedes lavorerà a stretto contatto con Simone Resta, ex ferrarista e oggi direttore tecnico del team di Toto Wolff (altro team principal che parla italiano) e con Enrico Sampò responsabile Performance Software Applications. Italiano è anche il team principal campione del mondo Costruttori, Andrea Stella, 54 anni da Orvieto, anche lui ex di Maranello e vero protagonista della resurrezione McLaren, team dove è arrivato anche Alessandro Alunni Bravi, pure lui umbro, nuovo Chief Business Affairs Officer. Non c'è più Gunther Steiner, ma di italiani al comando ce ne sono ancora tanti. Come Mattia Binotto, responsabile della Sauber che diventerà Audi l'anno prossimo o Flavio Briatore che in Alpine ha risolto tanti problemi ed è l'uomo di fiducia di Luca de Meo l'illuminato ceo di Renault.
Italiano di origini è anche Giampiero Lambiase, l'ingegnere di pista di Max Verstappen, ma ci sono tanti ingegneri sparsi nei team britannici, come Luca Furbatto alla Aston Martin dove presto dovrebbe cominciare a lavorare accanto a Newey anche Enrico Cardile, per ora bloccato dal tribunale. Tutti fratelli d'Italia.
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