Soldi, potere e morte. Ecco il nuovo scontro che agita il Vaticano

L'ex revisore dei conti vaticani accusa Becciu per la sua cacciata e lancia sospetti sulla morte del cardinale Pell.

Soldi, potere e morte. Ecco il nuovo scontro che agita il Vaticano
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Cardinali, soldi e morte. A leggere un articolo pubblicato lo scorso mercoledì da Paola Totaro su The Australian ci sarebbero tutti gli ingredienti perfetti per l'ennesimo giallo in Vaticano. Da giorni l'eco di quanto scritto dall'altra parte dell'Oceano sta facendo discutere nel piccolo Stato al centro di Roma per le dichiarazioni rilasciate da Libero Milone, ex revisore generale dei conti vaticani, che, parlando del cardinale George Pell, ha detto:"La sua morte rimane tuttavia avvolta nel mistero".

La morte di Pell

George Pell, primo prefetto della segreteria per l'economia, era un amico ed anche il punto di riferimento di Milone ai tempi del suo incarico in Vaticano. Il cardinale australiano è morto improvvisamente nel gennaio del 2023 per un attacco cardiaco a seguito di un intervento chirurgico all'anca. The Australian sembra insinuare sospetti scrivendo che "il fatto che la bara del cardinale fosse chiusa e non consentisse il tradizionale tocco o bacio di addio da parte dei partecipanti al lutto ha fatto storcere il naso a molti presenti alla messa" e riferendo che "per mesi, nella Santa Sede circolavano voci secondo cui il corpo di Pell era stato lasciato in disordine dopo l'autopsia e non era stato vestito correttamente, suscitando ulteriori preoccupazioni sulle sue ultime ore". Persone vicinissime a Pell confermano a IlGiornale.it che il corpo del cardinale non era in buono stato dopo la morte e che effettivamente ci furono problemi per la vestizione. Tuttavia, bisogna ricordare che il porporato aveva quasi 82 anni, aveva trascorso 404 giorni in carcere in Australia per un reato che non aveva commesso ed aveva una predisposizione familiare alle malattie cardiovascolari. Anche la madre e due zii erano morti per problemi cardiaci. Ieri, sempre sul The Australian, il fratello David ha confermato che le condizioni di Pell non erano buonissime, definendole "una bomba ad orologeria".

La cacciata di Milone

Le dichiarazioni di Milone hanno fatto discutere perché, oltre a parlare di Pell, è tornato a dire la sua su quanto accaduto nel 2017 quando venne indotto alle dimissioni dal suo incarico di revisore. Secondo l'ex revisore, sia la sua cacciata che quella dei defunti Pell e Ferruccio Panico sarebbe legata alle resistente trovate in Vaticano di fronte alla loro riforma finanziaria. Milone ha parlato di un piano "per paralizzare le nostre attività e continuare a nascondere le malversazioni. Hanno fatto male i calcoli perché hanno scelto persone con un livello estremamente alto di etica personale e professionale", aggiungendo che tutti "sono stati tutti cacciati fuori per motivi diversi nell'arco di 10 giorni". Oggi, così come pochi mesi dopo le dimissioni che diede il 19 giugno 2017 negli uffici della Gendarmeria lamentando successivamente di essere stato messo di fronte alla scelta tra confessare o passare la notte in cella, Milone torna a puntare l'indice contro il cardinale Angelo Becciu, all'epoca monsignore e Sostituto della Segreteria di Stato. L'ex revisore si è dimostrato deluso per il fatto che la condanna in primo grado di Becciu nel processo nato dallo scandalo londinese - e di cui si attendono le motivazioni dopo sei mesi dalla sentenza - non sia andata di pari passo con l'accoglimento della sua richiesta di risarcimento per il licenziamento subito nel 2017. I due casi, tuttavia, sono diversi.

Milone ha detto al giornale australiano: "È anche assurdo che la corte abbia potuto assolvere la Segreteria di Stato dalla nostra rimozione quando è stato il Cardinale Becciu a rilasciare una dichiarazione pubblica confermando il suo ruolo nella nostra rimozione, e che saremmo stati perseguiti se non avessimo firmato le lettere di dimissioni".

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