Fca tra rebus Italia e la carta Peugeot

Il gruppo francese cerca un alleato in Usa. Fiom alza lo scontro, parola a Manley

Fca tra rebus Italia e la carta Peugeot

Ginevra Fiat Chrysler Automobiles si presenta al Salone dell'auto di Ginevra, in programma dal 7 al 17 marzo, con aperti due dossier. Quello italiano (soprattutto) e quello statunitense: il gruppo ha appena annunciato un investimento di 4,5 miliardi di dollari, incassando il plauso di Donald Trump. Denominatore comune è la svolta verso le motorizzazioni ibride plug-in (con possibilità di ricarica) ed elettriche, una corsa contro il tempo per recuperare il ritardo nei confronti dei concorrenti. In proposito, Mercedes, proprio ieri, ha presentato la terza generazione del suo ibrido plug-in.

Non c'è Salone senza le classiche voci di nuovi accordi o possibili nozze. Ecco allora spuntare, dopo il faro di Geely su Maserati, la ricerca da parte di Psa di un partner che l'aiuti a guardare al mercato Usa. E tra i candidati ideali si fanno i nomi di Fca, ben radicata Oltreoceano, Gm, ma anche di Jaguar Land Rover. Sarà uno dei temi caldi.

Oggi, intanto, l'ad Mike Manley dovrà fare chiarezza sui 5 miliardi che il Lingotto ha deciso di puntare sull'Italia. L'investimento sarà rivisto alla luce del bonus-malus che, oltre a non favorire modelli del gruppo, ancora privo di un'offerta elettrica, ne penalizza alcuni? La minaccia è stata lanciata in gennaio a Detroit. Poi il silenzio. A preoccupare, oltre al mercato italiano (-15% Fca nel primo bimestre), è anche l'improvvisa fiammata della Fiom, sindacato escluso dalle trattative contrattuali, in una fase molta delicata dei piani di sviluppo. Obiettivo dell'organizzazione è la redistribuzione del lavoro, utilizzando maggiormente gli impianti con l'aumento dei volumi produttivi. Sempre la Fiom, che a Pomigliano d'Arco si sta dando da fare per recuperare consensi, ieri ha lanciato un segnale distensivo, sospendendo le iniziative di sciopero e invitando l'azienda ad aprire un confronto.

Ricucire con gli altri sindacati, quelli che trattano direttamente con Fca, per la Fiom, ora affidata a Francesca Re David, non sarà però facile. «Proclamano scioperi sapendo già che non produrranno alcun beneficio per i lavoratori», la replica di Fim. Per Pomigliano, tra l'altro, quella di oggi sarà una giornata storica: qui a Ginevra sarà infatti svelato il concept del Suv compatto di Alfa Romeo, veicolo che riporta il marchio del Biscione in Campania e per la cui realizzazione sono iniziati i lavori all'interno della fabbrica. Si dovrebbe chiamare Tonale, seguendo così il filone aperto con il fratello maggiore Stelvio.

Resta il fatto che gli Usa rappresentano la priorità del business di Fca, «visto che nove decimi degli utili del gruppo provengono dall'area Nafta», ha precisato Pietro De Blasi, capo delle relazioni industriali del Lingotto, in un'audizione alla Camera. «Sarebbe da irresponsabili - ha aggiunto - non investire nel mercato più significativo». Il manager si è quindi soffermato sul tema Italia: «La redditività è molto più bassa, l'impegno dell'azienda è rivolto alla difesa integrale della struttura produttiva».

Davanti alla Commissione attività produttive, De Blasi ha fatto il punto anche su come procede l'adeguamento degli stabilimenti in relazione alla progressiva elettrificazione della gamma. Per il Paese, in proposito, il nodo da sciogliere riguarda l'accelerazione imposta dalle istituzioni Ue sull'elettrico. «È un passaggio irreversibile - ha precisato De Blasi - ma occorre cautela. Uno studio tedesco ha identificato in 30mila i posti a rischio in tutto il settore automotive in Italia».

Quindi, le rassicurazioni sulle fabbriche di Pratola Serra, grazie al ripensamento di Fca sul diesel («sarà realizzato il motore Euro6 Final, il più avanzato») e di Cento, dove nascerà un nuovo motore per il mercato americano.

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