Stefano Vladovich
Minacciata, segregata in casa, violentata. Lei una ragazza romena di 17 anni, laguzzino un tunisino di 44 anni. A liberare la vittima i carabinieri avvertiti dai vicini che da giorni sentivano grida inquietanti.
Una storia terribile quella accaduta in un appartamento al numero 13 di via del Quartiere, nel borgo medioevale di Nettuno, conclusa con larresto dellextracomunitario. La fine di un incubo per Teresa D., arrivata a settembre in Italia per accudire una donna e dopo quattro mesi rimasta senza occupazione per la morte della sua datrice di lavoro. Cercando disperatamente un altro impiego, la ragazza simbatte in B.A.S., tunisino, che le offre denaro e un posto per dormire in cambio delle faccende domestiche. Ben presto, però, il malvivente si impadronisce del suo passaporto e, ricattandola, le impone violenze dogni tipo. «Mi diceva che avrebbe compiuto una rapina - spiega la ragazza agli uomini del nucleo operativo che lhanno salvata - e lasciato a terra i miei documenti per incastrarmi e spedirmi in carcere». E così, dallo scorso gennaio, Teresa è costretta a tacere. Persino quando lenergumeno prova a venderla sul marciapiedi. Mercoledì pomeriggio il blitz al secondo piano dellabitazione sospetta. Alla porta si presenta il tunisino. Quando i militari gli chiedono i documenti lui dice di averli in auto e cerca di richiudere luscio in tutta fretta. Ma in quei pochi secondi i carabinieri intravedono la sagoma di una donna distesa su una branda. Mentre luomo viene accompagnato alla sua auto, due carabinieri entrano in casa. La ragazzina che trovano coperta solo da un lenzuolo è a dir poco terrorizzata. Racconta poco, sulle prime, per paura che il suo carceriere possa fargliela pagare. Quanto basta agli uomini della compagnia di Anzio per bloccare il tunisino mentre cerca di nascondere nei pantaloni il passaporto di Teresa. Lo straniero reagisce e per ammanettarlo i carabinieri sono costretti a saltargli addosso.
In caserma, rincuorata dalle assicurazioni che nessuno potrà più torcerle un capello, Teresa scoppia a piangere. Poi inizia a raccontare: dopo i primi giorni di lavoro, B.A.S. laveva portata a cena da amici e laveva stordita con uno spinello: quindi a casa laveva violentata. Il giorno dopo Teresa aveva provato a lasciare il monolocale nel borghetto ma il bruto le aveva tolto i documenti: «Prova a scappare e ti mando in galera».
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