Dal 2007 cala del 3,2% ricchezza delle famiglie Nel 2009 al top del G7

Anche se la crisi ha diminuito la ricchezza del 3,2%, le famiglie italiane sono meno indebitate rispetto agli altri Paesi del G7. Bankitalia: "Riducono Bot e azioni, spingono sulla liquidità"

Dal 2007 cala del 3,2% ricchezza delle famiglie Nel 2009 al top del G7

Le famiglie italiane ai tempi della crisi? Relativamente poco indebitate, mediamente più benestanti rispetto alle famiglie degli altri Paesi del G7 ma pur sempre sotto l'attacco della crisi economica che ne diminuisce il potere d'acquisto. Ad ogni modo la ricchezza italiana è distribuita in modo molto concentrato. E' questo il quadro che emerge dal supplemento al Bollettino economico della Banca d’Italia in cui si evince che dalla fine del 2007, quando aveva raggiunto il livello massimo, alla fine del 2010 la ricchezza netta delle famiglie italiane è diminuita del 3,2% a 8.640 miliardi di euro. Sempre in termini reali la ricchezza complessiva è scesa dell’1,5% tra il 2009 e il 2010.

Secondo i tecnici di via Nazionale, alla fine del 2009 la ricchezza netta delle famiglie italiane è stata pari a 8,3 volte il reddito disponibile lordo, contro l’8 del Regno Unito, il 7,5 della Francia, il 7 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 4,9 degli Stati Uniti. Da allora le cose sono cambiate. Ma non di troppo. La crisi economica si è fatta sentire anche se, a detta di Bankitalia, molte famiglie detengono livelli modesti o nulli di ricchezza mentre poche famiglie dispongono di una ricchezza elevata. Insomma, la ricchezza è distribuita in modo tutto sommato equo. "A fine 2008 - si legge nel documento di Bankitalia - la metà più povera delle famiglie deteneva il 10% della ricchezza totale mentre il 10% più ricco deteneva quasi il 45% della ricchezza complessiva".

Le famiglie italiane godono, tuttavia, di un elevato livello di ricchezza rispetto a quelle di molti altri grandi Paesi e risultano meno indebitate. L'ammontare dei debiti è, infatti, pari all’82% del reddito dispobibile (in Francia e in Germania è di circa il 100%, negli Stati Uniti e in Giappone è del 130%, nel Regno Unito del 170%. La crisi economica ha, però, fatto fuggire le famiglie italiane da Bot e azioni spingendole sulla liquidità.

"Nel 2010 - spiega Bankitalia - la quota di ricchezza detenuta in titoli pubblici italiani e in azioni e partecipazioni si è ridotta di quasi l’1% sul 2009, quella in depositi e risparmio postale è invece salita dello 0,2 e dello 0,4%".

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