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29 febbraio: ma quante grane

E' la data fuori dal calendario: per alcuni è sinonimo di sventure, per altri un evento atteso da quattro anni

29 febbraio: ma quante grane

Milano - Il giorno più fuori del calendario è arrivato solo stamattina e ha già cominciato a dar fastidio. A dargli subito addosso appena entrato in casa è stata l’Unione nazionale consumatori che ha fatto quattro calcoli e scoperto che il 29 febbraio, 366° giorno dell’anno bisesto, è funesto pure in proprio. Come se non ci fossero già abbastanza grane con il carovita che corre, la benzina che vola, il pane che aumenta, la cinghia che tira, ecco che grazie a lui spenderemo 81 euro in più e aggiungeremo un giorno di lavoro alla nostra vita e gratis per giunta. Un’uscita in più senza gradito ritocco di stipendio in cambio: il 29 febbraio cioè è una tassa, un’invenzione degli esattori di Vincenzo Visco più che degli astronomi di Giulio Cesare e di Gregorio XIII. Non disperate però: il discorso vale solo per i lavoratori dipendenti perché quelli autonomi invece potranno contare su un giorno di reddito in più con il quale pagarsi il lusso del giorno bisesto. Gli altri si potranno consolare con un paio di vantaggi extra: i depositi bancari si arricchiranno di un giorno di interessi e il Giornale, se siete abbonati, vi arriverà a casa oggi con un numero gratuito in più. E non è proprio il caso che fate gli spiritosi. Per riparare l’ingiustizia sociale l’associazione consumatori un’idea ce l’avrebbe pure: «Dichiariamolo festa perenne, così anche se qualcuno guadagna nessuno ci perde». Giusto. Anzi San Giusto che è uno dei santi che si celebra oggi, ogni quattro anni a differenza di tutti gli altri, e che vi fa capire come la giustizia sia rara anche lassù per chi non ha santi in paradiso. Ecco, magari San Precario sarebbe stato più Giusto.

Perché il 29 febbraio è un giorno atipico, instabile, non continuativo, socialmente inutile. Si presenta una volta ogni quattro anni e, calcoli alla mano, esiste una possibilità su 1.461 che tu venga al mondo, come la pallina della roulette quando scivola sul verde zero, proprio in quella parentesi di ventiquattr’ore che spunta ogni quarantotto mesi. Capita quasi sempre di lunedì, quando arriva di venerdì, come oggi, porta invece una sfiga pazzesca. Che sia fuori lo si capisce anche da un paradosso: proprio il 29 di febbraio l’americano Herman Hollerith inventò la prima macchina calcolatrice elettrica, nonna del computer moderno. Che rischia ogni volta di andare in tilt perché quasi mai riconosce l’intruso che l’ha creato.

Nel mondo poi le persone che compiono gli anni ogni quattro anni sono quasi quattro milioni, tanto per non ripetere il quattro, qualche centinaio delle quali si ritrova da vent’anni giusti in un paesino texano dalle parti di El Paso, Anthony, che, al diavolo la scaramanzia, si è proclamato capitale mondiale dell’anno bisestile, quattro giorni di festa (sempre tanto per non ripetere il quattro) con sfide a golf, corse a cavallo, puntatine al Sunland Park Casinò, sfilate, cene e fuochi d’artificio. Hanno le loro community, si ritrovano su www.mystro.com/leap.htm o su www.leapdaybabies.com, in molti hanno scelto questo posto e questa data per sposarsi, qualcuno ce la fa anche a mettere al mondo un bambino. Ma solo se è fuori, più fuori del 29 febbraio.

La Francia invece manda in edicola per l’ottava volta nella storia «La bougie du sapeur», cioè «la Candela del pompiere», l’unico giornale al mondo a periodicità bisestile, in edicola solo il 29 febbraio, 200mila copie di tiratura. Notizie del giorno: riassunto degli ultimi quattro anni, tono preferibilmente comico. Perché comica è anche l’impostazione del giornale: un’inchiesta cominciata nel 1980 si è conclusa dopo cinque numeri, vent’anni dopo, se scrivete alla posta dei lettori tra quattro anni avrete la risposta, stesso tempo per sapere la soluzione di quiz, sudoku e parole crociate. In compenso l’oroscopo la prende un po’ alla larga.

Sull’ultimo numero alla voce Bilancia profetizzava: «Non perdete la speranza, prima o poi troverete l’anima gemella...». Ah, dimenticavamo, c’è pure il supplemento domenicale che esce però ogni 28 anni. Se avete pazienza. O se, come oggi, vi manca un venerdì...

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