In una fase in cui alcune importanti variabili economiche - dalla produzione industriale, all'export fino al clima di fiducia di famiglie e imprese - cominciano a dare segnali di risveglio, chiediamo al Governo e alla politica tutta di mettere da parte il confronto muscolare e trovare la forza di dialogare, partendo dalle cose che uniscono e non da quelle che dividono. Occorre, dunque, un supplemento di responsabilità per riannodare i fili di un dialogo più fattivo che consenta di varare le misure indispensabili per rispondere alle emergenze economiche del Paese che rischiano di trasformarsi in crisi sociale.
Avviare, dunque, una stagione di riforme, prima fra tutte quella fiscale, con il duplice obiettivo di ridurre le tasse e semplificare un barocco sistema di adempimenti e pagamenti. Ma la priorità per agganciare e rendere più robusta, in termini di crescita e nuova occupazione, l'eventuale ripresa è quella di far ripartire la domanda interna che, per consumi e investimenti, rappresenta l'80% del Pil e che è il vero problema strutturale della nostra economia. I consumi delle famiglie, infatti, come confermato anche dagli ultimi dati, non hanno ancora beneficiato di quei flebili spiragli di ripresa. Per questo la prima cosa che il Governo deve fare è scongiurare definitivamente il previsto aumento dell'Iva dal 1° ottobre dal 21 al 22%.
Perché questa eventualità, oltre a riaccendere tensioni inflazionistiche e causare la perdita di migliaia di posti di lavoro, si abbatterebbe come una mannaia su famiglie e imprese che sono già stremate da una crisi senza precedenti.Carlo Sangalli
Presidente Confcommercio - Imprese per l'Italia
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