MadridAncora sfiducia, ma non panico come giovedì. La Borsa di Madrid ha continuato a cadere ieri chiudendo in rosso dell1,35% e bruciando circa 4,7 miliardi, ma è rimasta lontana dalla performance di giovedì che ha fatto volatilizzare 22,4 miliardi in una Borsa che ne capitalizza circa 354. Questa settimana dellIbex 35 è comunque passata alla storia come la più nera da marzo 2009, con una caduta del 7,7%.
Il governo è uscito ieri allo scoperto per iniettare fiducia sul suo operato: «Abbiamo forza ed energia per mantenere dritto il timone», ha detto la vicepremier Maria de la Vega in un messaggio direttamente rivolto a chi ha disinvestito nel Paese in questi due giorni. Secondo Jesús de Blas, di Mercagentes, intervistato dal Giornale, «due terzi degli investitori nel mercato spagnolo sono stranieri» e molti sono fuggiti quando sono suonati gli allarmi del Fmi, della Ue o di giornali come Ft. Alejandro Varela, gestore di fondi di Renta4, giustifica in parte la caduta di questi due giorni perché «la Spagna attraversa la crisi con una disoccupazione al 20% e una cattiva politica economica» che non hanno altri Paesi, ma non crede che la caduta si debba in particolar modo al deficit o al debito pubblico. Secondo Varela oltretutto il tonfo non si spiega perché la metà degli utili spagnoli arriva da mercati esteri, grazie a multinazionali come Telefonica.
La riunione del prossimo 11 febbraio dei Capi di Stato e di governo Ue sarà fondamentale per capire il percorso che vorrà scegliere lUnione per uscire dalla crisi.
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