Due bambine italiane di dieci anni molestate pesantemente da un senegalese 23enne. È accaduto qualche giorno fa a Corsico, per la strada, sotto gli occhi di tutti. E, anche grazie allaiuto di un altro extracomunitario (padre di un amichetto gambese delle due giovanissime vittime) i carabinieri della compagnia locale sono stati in grado di rintracciare, fermare e arrestare il responsabile. In manette, con laccusa di violenza sessuale, è finito così il giovane di colore che, fino ad oggi, risultava incensurato (era in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno) e che vendeva merce contraffatta nei mercati rionali milanesi.
Tutto accade nel pomeriggio del 27 febbraio. Alle 17 circa, le due giovanissime amiche vanno a giocare al parco di piazza Primo maggio in compagnia di un altro amichetto 11enne originario del Gambia. I tre si conoscono da tempo, come del resto i genitori che si stimano reciprocamente. Tutto tranquillo, tutto normale, fino a quando il trio non decide di andare a giocare a casa del ragazzino. Sono le 17.30 quando i tre bambini arrivano a destinazione e circa unora dopo il bambino propone di accompagnare a casa le amichette.
Purtroppo, alluscita dellabitazione li aspetta una sorpresa non troppo piacevole: un ragazzo senegalese, 23enne, riconoscibile dai folti capelli «rasta» (tipica pettinatura giamaicana) che il piccolo gambese conosce e non vede di buon occhio. Il giovane si offre infatti di accompagnare il trio e, nonostante l11enne rifiuti più volte il suo invito assicurando che le amichette abitano poco distante e che non hanno bisogno di un adulto, alla fine il ragazzo africano riesce, dopo varie insistenze, nel suo intento, cioè unirsi al gruppetto.
Durante il tragitto verso casa, i tre bambini si fermano nel negozio delle madre di una delle vittime per un saluto. In quelloccasione, però, non accennano nemmeno alla donna della presenza del ragazzo rimasto in attesa allesterno. Ripreso il tragitto, poco prima di arrivare allappartamento, accade il fattaccio: il senegalese si cala i pantaloni e costringe le due bambine a palpeggiarlo sotto gli occhi dellamichetto impietrito. A quel punto il giovane se ne va e i tre bambini si rifugiano doverano diretti, cioè a casa di una delle vittime dove raccontano subito laccaduto al papà. Che, dopo aver ascoltato il racconto dei tre bambini e capito quanto è accaduto, il giorno successivo sporge denuncia ai carabinieri di Corsico.
Determinante ai fini dellindagine diventa quindi la collaborazione del padre dellamichetto delle giovani vittime, un operaio regolare del Gambia, molto vicino alla comunità africana di Corsico. Che, grazie anche alle testimonianze di un gruppo di senegalesi residenti in paese, permette ai carabinieri di rintracciare il 23enne il cui soprannome è «Mansour».
Intanto il giovane, mentre viene ricercato, non rimane con le mani in mano. E, nei giorni seguenti la violenza, si taglia i capelli «rasta», si rasa completamente i capelli e si fa la carta didentità con una nuova fotografia.
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