Migranti, giudice non convalida trattenimento: "L'Egitto non è un Paese sicuro"

Per il giudice del tribunale di Catania è necessario verificare la compatibilità con il diritto dell'Unione europea. Rigettata la richiesta del questore di Ragusa

Migranti, giudice non convalida trattenimento: "L'Egitto non è un Paese sicuro"
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Ancora una volta, i giudici hanno ignorato la legge e hanno proceduto con l'interpretazione, invece che con la sua applicazione. Ed è così che un giudice a Catania non ha convalidato il trattenimento di un migrante proveniente dall'Egitto, disposto dal questore di Ragusa, per uno straniero irregolare sbarcato a Pozzallo e proveniente dall'Egitto. Il giudice sostiene che la lista trasformata in decreto "non esime il giudice all'obbligo di una verifica della compatibilità con il diritto dell'Unione europea".

Nell'hotspot di Pozzallo, il migrante ha fatto la rituale domanda d'asilo: una prassi che viene consigliata agli stranieri che entrano in modo irregolare in Italia per rallentare le procedure di rimpatrio. Contro questo sistema, il governo ha messo a punto una strategia di controllo accelerata delle domande per ridurre al minimo i tempi di attesa e quindi procedere con i rimpatri veloci. Ma ancora una volta ci si trova contro l'azione ideologica della magistratura, che impedisce qualunque movimento al governo. "È la prima pronuncia di questo tipo dopo il decreto legge sui Paesi sicuri", dichiara l'avvocato Rosa Emanuela Lo Faro, in passato vicina agli ambienti del M5s e già avvocato della Ong Open Arms, nonché legale dei migranti "liberati" lo scorso anno, sempre in un ricorso presentato a Catania.

"Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l’Italia. Ma noi non ci arrendiamo", commenta il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini. Due settimane fa, per risolvere il nodo Albania creato dal tribunale di Roma, che non ha convalidato il trattenimento dei migranti nei centri realizzati dall'Italia nel Paese balcanico, il Consiglio dei ministri ha assunto a norma primaria l'elenco dei Paesi sicuri. Una lista di 19 in cui è compreso anche l'Egitto, Paese di provenienza dello straniero al centro dell'ennesimo caso. Ma secondo i tribunali italiani finora chiamati a decidere l'Egitto non lo è, perché per essere considerato tale dovrebbe esserlo per tutte le categorie. Ma secondo questo principio nessun Paese al mondo lo è, nemmeno l'Italia.

"Arriva puntuale un'altra decisione sorprendente da un giudice di Catania. Nessun Paese è sicuro, nemmeno forse la città di Catania, che ha magistrati di questo genere", ha dichiarato il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. "Assisto esterrefatto al continuo uso politico della giustizia con modalità tali che usurpano le competenze del potere legislativo e del potere esecutivo. La magistratura in questo Paese è diventato un problema davvero serio", conclude. Nonostante questo ennesimo assalto, dal governo si procede con il progetto Albania.

"Appena ci saranno le condizioni logistiche e saranno intercettati i migranti ci sarà il pre-screening di eventuali persone che possono essere trasferite in Albania", ha riferito il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, a margine del G7 sullo sviluppo urbano sostenibile, che si è detto "fiducioso" che il decreto sui Paesi sicuri dei giorni scorsi possa superare la mancata convalida dei trattenimenti da parte dell'autorità giudiziaria: "Se non lo fossi stato non l'avremmo fatto".

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