Lorenzo Scandroglio
Da cinque anni Arco di Trento, nello spicchio trentino del Lago di Garda, ha deciso di aprire le proprie porte ai più piccoli con Arco Rock Junior (come si sa «rock» è la musica dura perché rock è la roccia, quella su cui si arrampica, anche se oggi i pannelli artificiali stanno recitando un ruolo simile a quello dell'erba sintetica degli stadi), registrando una tendenza da un lato, contribuendo a promuoverla dall'altro. Già, perché ultimamente l'età media dei novelli grimpeur si sta abbassando vertiginosamente, vuoi per le suddette ragioni di sicurezza, vuoi perché la prestazioni dei più piccoli sono straordinarie. Sarà l'istinto innato nell'essere umano (quanti bambini non hanno tentato di scalare, davanti a genitori esterrefatti, ringhiere di balconi, staccionate o muriccioli di cortili, alberi, pali della luce o della cuccagna?), sarà qualche residuale gene dei nostri antenati primati (che forse è la stessa cosa), certo è che l'evento sta prendendo piede in maniera inaspettata, richiamando famiglie festanti che guardano a Rock Junior come a un week end di festa più che di competizioni.
Giorni dEuropa
Competizioni che pure ci saranno e assegneranno tanti premi ai più promettenti giovani climber provenienti da tutta Europa. Appuntamento dunque fra una settimana, sabato 17 e domenica 18, per quelli che sono già stati ribattezzati gli European Youth Climbing Days (i giorni dell'arrampicata giovanile europea). Attesi centinaia di ragazzi dai 5 ai 13 anni, neofiti e non, che insieme ai loro genitori si avvicineranno così al gioco-arrampicata. Info: www.rockjunior.info - InGarda Trentino tel. 0464.532255.
Tonache, piccozze e piercing
Ora, di là dell'agenda, sul fenomeno varrebbe la pena riflettere: così, per una strana associazione di idee, pensiamo al libro «Tonache e piccozze» di Andrea Zannini (Cda&Vivalda). Zannini ha contribuito a far prendere maggiore coscienza del ruolo giocato, nell'alpinismo delle origini, da preti e religiosi che ben prima degli scienziati e dei naturalisti di fine settecento, «prepararono il terreno». Li animava, fra l'altro, l'idea della montagna come luogo edificante, più vicino alla purezza divina. Si spiega anche così la lunga tradizione di colonie e oratori estivi di matrice ecclesiastica presenti un po' ovunque nelle valli alpine. Come non pensare poi alle gite foris portas di tante famiglie cresciute in quella cultura?
Ecco che Arco, fra la roccia e il sintetico, con schiere di ragazzini festanti, genitori praticanti e non, mostra il nuovo volto di quella lunga onda. Mutato lo scenario, è possibile che sia rimasto, in un certo mondo verticale, qualcosa di quel modo antico, anche se i protagonisti di oggi indossano abiti più sgargianti e magari esibiscono piercing e tatuaggi. Senza più il peso retrò di certa retorica e senza l'illusione che la montagna sia un eccelsa scuola di vita. Ma nella pratica del divertimento e dell'aggregazione, dell'azione e, perché no, della contemplazione. Non dimentichiamo infatti che, se molti si fermano alla parete e alla palestra, altri vanno oltre. In cerca di atmosfere più rarefatte, di un'aria più sottile.
La mantagna per i ragazzi
In questo contesto casca bene l'uscita del libro di Lorenzo Revojera "L'avventura della montagna" (Ancora, pagg. 264, euro 19) che accompagna i giovani lettori alla scoperta dell'alpinismo attraverso racconti, vignette, cartine da compilare e box dedicati a temi particolari, come quello sull'evoluzione degli attrezzi dell'alpinista. Non mancano le gesta degli scalatori, quelli del passato come Whymper (primo salitore del Cervino) e quelli di oggi (da Bonatti, a Maestri a Messner) e le citazioni di altri libri per chi voglia approfondire.
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