Dal 1962 al 1985, in quattordici film, da Agente 007 - Licenza di uccidere di Terence Young a Bersaglio mobile di John Glen, la canadese Lois Maxwell era stata la prima e la più aderente Miss Moneypenny, cioè la segretaria di M. (allora impersonato da Bernard Lee), il dirigente del servizio segreto inglese che ha alle dipendenze James Bond, allora interpretato da Sean Connery, poi da George Lazenby, poi da Roger Moore. Quest'attrice, che univa bellezza e bravura, è morta ieri a Fremantle, in Australia, all'età di ottant'anni.
Suo coetaneo, già compagno di corso alla scuola di recitazione a Londra, nonché fidanzato, Moore l'ha definita «affascinante e col senso dell'umorismo», definendone la scomparsa «una notizia sconvolgente». Degli 007 della prima fase, l'attore inglese si conferma dunque il più sensibile, oltre che il più intelligente. Connery doveva a Bond la fama mondiale, ma lo detestava: se ne sentiva soffocato e se ne era liberato come da un incubo, salvo tornare a interpretarlo per un lusinghiero compenso. La Maxwell invece non si crucciava troppo che i suoi pur notevoli precedenti vent'anni di carriera - aveva esordito alla radio canadese in tempo di guerra - l'avessero imposta molto meno che i pochi minuti nei quali, sul grande schermo, aveva pungenti dialoghi con uno che non doveva corteggiar le donne, trovandone sempre una già nel letto. Perciò, anche se una volta Bond le diceva: «È libera, Miss Moneypenny?», lo spettatore capiva subito che stava per darle del lavoro.
Certo: nei film la Maxwell aveva l'aria di una brava a stirar lenzuola, più che scompigliarle, eppure c'era fascino nella fredda eleganza di questa segretaria al corrente davvero d'ogni segreto. Lo spettatore adulto - all'epoca la serie 007 non era ancora diventata per ragazzini - si chiedeva se Miss Moneypenny fosse stata una delle tante prese e lasciate - come il personaggio di Mary Goodnight, segretaria personale di Bond - o se nutrisse, come risulta dai film, per Bond un'attrazione rassegnata. Dediti a catalogare le Bond's girls, i bondologi optano per questa seconda interpretazione, glissando su Miss Moneypenny. Perfino Mondo Bond 2007, curato da Andrea Carlo Cappi e Edward Coffrini (Alacran ed.), le dedica quattro righe in quattrocento pagine!
A guardar bene nella filmografia bondiana, c'è un momento in cui Bond si decide a rovesciare Miss Moneypenny sulla scrivania. Ma accade solo in una realtà virtuale e poi, soprattutto, accade a un'altra attrice, Samantha Bond (sì, un'omonima!) nel Mondo non basta di Michael Apted (1999). La Bond aveva sostituito nel ruolo di Miss Moneypenny, Caroline Bliss, subentrata dopo il pensionamento (come segretaria) della Maxwell, che aveva esordito nel cinema in Scala al paradiso, il capolavoro di Michael Powell ed Emeric Pressburger (1946), accanto a David Niven e Richard Attenborough.
Trasferitasi ad Hollywood, la Maxwell ebbe il Golden Globe nel 1947 per L'età inquieta di Peter Godfrey, recitando con Shirley Temple e Ronald Reagan, futuro presidente degli Stati Uniti. Nel 1949 la Maxwell arrivò in Italia, recitando in Viva il cinema! di Giorgio Baldaccini ed Enzo Trapani, con Delia Scala; in Amori e veleni di Giorgio Simonelli, con Amedeo Nazzari, dove la Maxwell è la regina Cristina di Svezia, esule a Roma; in Domani è troppo tardi di Léonide Moguy, con Vittorio De Sica; in Lebbra bianca di Enzo Trapani, ancora con Nazzari; in Aida di Clemente Fracassi, con Sofia Loren; e in La grande speranza di Duilio Coletti (dvd Luce), con Renato Bandini e Folco Lulli, gioiello del cinema di guerra italiano (si svolge su un sommergibile e la Maxwell è una insidiosa prigioniera inglese) negli anni della ricostruzione e della Nato.
Tornata a Londra, ancora mentre stava per girare Licenza di uccidere, la Maxwell appariva in Lolita di Stanley Kubrick, il cui talento non era ancora acclamato, a conferma che lei sapeva scegliere, se ne aveva la possibilità. Attiva anche in tv, era poi stata interprete delle serie Il santo e Attenti a quei due, entrambe con Roger Moore.
Il suo ultimo film, nel 2001, è stato Il quarto angelo di John Irvin, con Jeremy Irons e Forrest Whitaker: fu forse dopo averlo visto che lei decise di ritirarsi in Australia, anche se non era colpa sua quel polpettone anti-serbo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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