Lo stallo sulla futura composizione della Commissione europea è destinato a durare almeno fino alla metà della prossima settimana. Il giorno della verità è ancora lontano e nel governo italiano si tengono vivi i contatti con Bruxelles. In particolare Antonio Tajani rassicura i partner di governo sulla tenuta del Ppe, anche perché, spiegano, «o tiene l’accordo o viene giù tutto il castello».
Sotto traccia Ursula von der Leyen sta lavorando a una mediazione che inevitabilmente prevede il via libera incrociato alle nomine di Raffaele Fitto e della socialista spagnola Teresa Ribera.
Naturalmente non esiste alcuna possibilità di scorporare le votazioni e lasciare scoperti singoli bersagli. In sede di votazione bisognerà esprimersi congiuntamente sia sui due vicepresidenti su cui si sono appuntate le perplessità dei rispettivi avversari politici, sia sugli altri quattro vicepresidenti nominati da von der Leyen.
È questo l’unico modo per non rompere la maggioranza fra socialisti europei (S&D), popolari (Ppe) e liberali (Renew). Anche se la situazione di Fitto e Ribera non è del tutto assimilabile perché il candidato italiano potrebbe comunque contare su una maggioranza alternativa, grazie al supporto degli eurodeputati di Ecr, Patrioti per l'Europa, Europa delle nazioni sovrane e Maximilian Krah, eletto con l'AfD ma appartenente al gruppo dei non iscritti. Ribera, invece, sarebbe maggiormente a rischio non avendo una carta di riserva da potersi giocare nel segreto dell’urna. Inoltre quest’ultima, come ministro della Transizione ecologica spagnola è finita nel mirino per una cattiva gestione della tragedia delle inondazioni, mentre l’accusa a Fitto di vicinanza all’estrema destra suona risibile alla luce della sua storia.
Il ministro delle Politiche Europee, della Coesione e del Pnrr ieri è stato ricevuto da Sergio Mattarella che gli ha rivolto i suoi auguri «per un incarico così importante» e per il politico pugliese è arrivato il sostegno e l’endorsement di un gran numero di associazioni di rappresentanza. Inoltre, la presidente del parlamento Ue, Roberta Metsola, ha rassicurato dicendo che «c’è ancora tempo per raggiungere l'accordo» e approvare i commissari in bilico, per poi votare l'intera Commissione nella sessione plenaria del 28 novembre.
Teoricamente, von der Leyen potrebbe proporre di votare sulla Commissione nella sua interezza anche in caso di bocciatura di alcuni suoi membri. A quel punto, però, se arrivasse il «no» del Parlamento di Strasburgo la maggioranza Ursula 2.0 sarebbe seriamente a rischio e si potrebbero aprire scenari fino a pochi giorni fa imprevedibili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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