Ci risiamo. Il presidente della Camera Gianfranco Fini non ha perso tempo e ha subito cavalcato il declassamento di Standard & Poors per attaccare il governo e invitare Berlusconi a fare un passo indietro. Ormai tutto fa brodo, se può essere usato contro il Cavaliere. Un giorno sono le borse, uno le intercettazioni pubblicate sui giornali, uno le inchieste (anche quelle in cui il premier è presunta parte lesa). Oggi è il giorno delle agenzie di rating. E così, il super partes Fini si accoda al carrozzone della sinistra che, unita, chiede da tempo e a gran voce le dimissioni dell'esecutivo. Il tutto senza proporre un'alternativa, un programma, un abbozzo di coalizione. Tutti dettagli secondari. Prima di tutto va fatto fuori Berlusconi. Come fosse la panacea di tutti i mali.
"Il declassamento dell’Italia da parte di S&P è la riprova che la nostra situazione economica è da allarme rosso" e che "il governo non è la soluzione ma parte del problema". E' chiaro il presidente della Camera, che ha poi aggiunto: "Era qualche giorno che se ne parlava, non è stato un fulmine a ciel sereno. È la riprova che, a livello internazionale, la nostra situazione economica è da allarme rosso". "La cosa paradossale -insiste il presidente della Camera- è che nella maggioranza continuino le polemiche contro i media e le agenzie di rating, senza la consapevolezza che il governo non è la soluzione ma una parte del problema. Evidentemente c’è una maggioranza numerica molto fragile in termini politici".
E a chi poi gli chiedeva cosa ne pensasse della richiesta fatta dall'opposizione "agli uomini di buona volontà" e "responsabilì della
maggioranza" per convincere il premier a fare un "passo indietro", il leader di Fli ha risposto: "È una lodevole ricerca, pienamente condivisa da parte mia". Insomma, la sintonia tra Fini e la sinistra ha raggiunto l'apice.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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