Aem e Edf conquistano Edison ma Zaleski mantiene un 7%

Successo dell’Opa lanciata da Transalpina

da Milano

Si è conclusa ieri, e con successo, l’Opa su Edison. Il 93% delle azioni oggetto dell’offerta è stato consegnato. Edf e Delmi (quest’ultima controllata al 51% dalla Aem di Milano) si sono ora impegnati a ricostituire il flottante. Lo faranno cedendo sul mercato circa il 20% di Edison. Hanno stipulato, si può leggere nel prospetto informativo dell’opa, una serie di contratti derivati (i famosi equity swap) con Mediobanca e Jp Morgan per cedere titoli a 1,71 euro. È dunque immaginabile che la nuova Edison, quando il suo flottante verrà completamente ricostituito, almeno inizialmente viaggerà intorno a quel valore. Ecco perché ieri i titoli Edison sono piombati intorno a 1,73, con un’Opa che invece valorizzava l’azione a 1,86 euro.
Nel futuro dunque, Edison vedrà il 20% del suo capitale quotato in Borsa, il 20% direttamente in mano ai francesi di Edf e per il restante 60% in portafoglio al veicolo dell’Opa Transalpina. Quest’ultima controllata pariteticante da Edf e Delmi (il cui azionariato oltre ad Aem vede municipalizzate ed istituzioni finanziarie). Alla fine si può dunque dire che Edison sarà per metà dei francesi di Edf e per metà degli italiani raggruppati in Delmi e guidati da Aem.
Succede però che a rendere complicata la già complicata storia di questa Opa, ci si è messo il finanziere franco-polacco Romain Zaleski. Ha ceduto il suo 17,5% di azioni Edison all’Offerta. Ma si è tenuto stretti i suoi warrant, anch’essi oggetto dell’Opa (al prezzo di 0,87 euro). Da domani e per un paio di anni Zaleski ha dunque la facoltà di convertirli in azioni della Edison. Il costo sarà di un euro per azione. E se il finanziere volesse esercitare l’opzione si troverebbe in mano il 7% circa della Edison. Perchè Zaleski, vicino al presidente di Banca Intesa Gianni Bazoli, e vicino alla municipalizzata bresciana Asm, si è tenuto un piede in Edison? Fonti vicine al finanziare dicono: «Crede nell’azienda che conosce bene e ci scommette». Sarà così.

Tanto più che la governance della seconda società elettrica italiana è tutta in Transalpina (il veicolo dell’Opa). Ma c’è chi pensa che tenersi un piede nella valle possa condizionare le scelte che si fanno a monte. Domani un’altra puntata. Di quello che si preannuncia come un nuovo interessante risiko. Questa volta elettrico.

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