Afghanistan, file segreti La vera guerra degli Usa è contro un sito internet

Wikileaks diffonde 92mila documenti segreti sul conflitto contro i talebani. Rivelano il doppio gioco del Pakistan: alleato di Washington, ma anche informatore del nemico. Gli Usa inferociti: "Pubblicare quei rapporti è da criminali"

Afghanistan, file segreti 
La vera guerra degli Usa 
è contro un sito internet

Talebani sempre più forti, servizi segreti pachistani collusi con i terroristi, l’Iran che addestra e paga gli insorti. Questo è il quadro della disastrosa guerra in Afghanistan, che emerge dalla più clamorosa fuga di notizie riservate americane dai tempi della guerra del Vietnam. Il contenuto scottante di 92mila rapporti segreti recuperati da Wikileaks, il sito specializzato in scoop politico-militari, e poi finito ieri in prima pagina su New York Times, Guardian e sul settimanale tedesco Der Spiegel.

Le carte del Pentagono, da gennaio 2004 a dicembre 2009, hanno confermato quello che già si temeva: gli Stati Uniti hanno speso 300 miliardi di dollari per la guerra in Afghanistan, ma «i talebani sono più forti adesso che nel 2001», denuncia il New York Times. Secondo i rapporti segreti gli insorti sono in possesso di missili a ricerca di calore, che usano contro i velivoli della Nato. Armi del genere sono servite ai mujaheddin, negli anni 80, per sconfiggere i sovietici.
I famosi droni, i velivoli pilotati dal Nevada per colpire Al Qaida, non sono così efficaci come si immagina, secondo i rapporti del Pentagono. In molti casi si scontrano in volo o precipitano costringendo le truppe Nato ad ardite operazioni di recupero. Una di queste è avvenuta il 22 marzo 2008 nella valle di Uzbeen, 70 chilometri a Sud-est d Kabul. Gli alpini paracadutisti di Bolzano hanno combattuto una dura battaglia attorno ai resti di un drone Predator Warrior.

Dai documenti si scopre che i corpi speciali americani hanno messo in piedi la Task force 373 per «catturare o uccidere» una settantina di capi talebani. Non sempre è filato tutto liscio. In alcune missioni sono morti diversi civili, come è capitato venerdì nella provincia di Helmand. I morti innocenti sarebbero 52.

Dalle carte emerge con chiarezza il doppio gioco del Pakistan. Islamabad incassa un miliardo di dollari l’anno da Washington per la guerra al terrorismo, ma l’Isi, la potente intelligence militare, è collusa con i talebani. Nel luglio 2008, il numero due della Cia, Stephen R. Kapes, ha affrontato i pachistani, prove alla mano, denunciando il coinvolgimento di loro agenti nell’attacco suicida contro l’ambasciata indiana a Kabul. Un mese dopo, un colonnello dell’intelligence di Islamabad si sarebbe incontrato con un capo talebano per complottare l’assassinio del presidente Hamid Karzai. I documenti sono pieni di informazioni su attacchi organizzati dall’area tribale pachistana verso l’Afghanistan. I pachistani chiudevano un occhio, o addirittura partecipavano alla pianificazione.

L’ex capo dell’Isi, Hamid Gul, si è incontrato con miliziani di Al Qaida e ha mantenuto rapporti con la rete Haqqani e gli uomini di Gulbuddin Hekmatyar che combattono contro la Nato. Alcune informazioni segrete sembrano uscire da un film di James Bond. I terroristi volevano utilizzare un Corano con la copertina in oro, che nascondeva una bomba, per assassinare funzionari del governo di Kabul o avvelenare bevande alcoliche destinate ai soldati americani in Afghanistan.

Anche l’Iran è tirato in causa. In un documento del 2009, l’intelligence americana scriveva che oltre 100 afghani e stranieri erano arrivati in Afghanistan dall’Iran per condurre attentati suicidi. Nel 2005 gli agenti di Teheran avrebbero offerto 1.

740 dollari per ogni soldato afghano ucciso e 3.480 per un funzionario governativo. Lo stesso anno, Hekmatyar, signore della guerra afghano, avrebbe incassato 212mila dollari e i suoi uomini erano addestrati a Birjand sul territorio iraniano.

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