«Aggrediti dal cane: chiamate i vigili»

«Aggrediti dal cane: chiamate i vigili»

Daniela Uva

Un raptus improvviso. Un istante di violenza cieca determinata dalla paura, dalla fame, da un trauma passato che torna a galla. E così il dolce cagnolino, il compagno fedele di mille avventure, si trasforma in un nemico da temere. Ringhia, si scaglia contro il suo padrone e lo azzanna.
Due casi in due giorni a Milano. Molteplici le cause. «Spesso è la paura a rendere il cane violento - spiega Claudio Maderna, veterinario della Asl -. In molti casi si tratta di animali con storie difficili alle spalle». Cosa fare in caso di necessità? «Se l’aggressione avviene per strada o in un luogo pubblico interveniamo immediatamente - dicono i vigili urbani - e allertiamo il servizio veterinario della Asl». In molti casi, però, questi incidenti si consumano fra le mura domestiche. «La prima cosa da fare - avverte Maderna - è chiamare vigili, carabinieri o polizia. Questi si mettono in contatto con i veterinari della Asl che, in caso di necessità, si recano sul luogo dell’aggressione per sedare il cane. Nella maggior parte dei casi, però, intervengono gli operatori che portano gli animali al canile».
Il decreto numero 820 del 1954 stabilisce che gli animali morsicatori siano tenuti sotto osservazione per dieci giorni in canile. «Serve a verificare che non siano affetti da rabbia - puntualizza Maderna -. In un caso del genere, infatti, la persona azzannata dovrebbe essere immediatamente sottoposta alla profilassi del vaccino». Il canile, però, non è più obbligatorio. Il padrone può chiedere che il proprio cane resti a casa e che sia controllato dai veterinari competenti della Asl. Più difficile contattare i medici privati. «Sedare un cane violento non è di nostra competenza - dicono dal pronto soccorso veterinario Maciachini -.

Se l’animale è fuori controllo occorre rivolgersi al servizio pubblico». «Un medico privato non può lasciare lo studio - conferma un veterinario dell’Enpa -. Un cane inferocito può essere sedato solo dai veterinari della Asl».

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