«Ai funerali la gente ride, basta processioni»

«I fedeli - spiega don Pino Caimi, parroco di Lissone - oggi non pregano più. E al posto di accompagnare i propri morti in un clima di meditazione sono quasi tutti distratti e indifferenti. E così, l’ultimo viaggio si trasforma in un motivo per intrattenere buona conversazione con i vicini o addirittura per fare schiamazzi». Con le tasche piene di vedere funerali con scarso raccoglimento e poca intensità spirituale, il prevosto ha preso una decisione drastica: da lunedì soppressi i cortei funebri. Il rito cambierà completamente, i fedeli non accompagneranno più il caro estinto dalla casa alla chiesa e poi fino al cimitero. Si limiteranno ad assistere alla messa e poi all’ultima benedizione prima della sepoltura. Bontà di don Pino i trasferimenti avverranno in autobus. Una scelta che ha fatto scalpore tra la gente, è stata bocciata dal sindaco leghista Ambrogio Fossati ma ha ricevuto il pieno appoggio del consiglio pastorale e pure l’«imprimatur» dei Padri Betharramiti: i custodi dell’ortodossia locale. La decisione ormai è definitiva e la «nuova normativa per le esequie» è già stata esposta alle porte delle chiese e stampata sui bollettini parrocchiali distribuiti alle famiglie.

«Per garantire una celebrazione profondamente religiosa - scrive don Pino rivolgendosi ai fedeli - il defunto sarà portato direttamente alla chiesa un quarto d’ora prima del funerale. E il corteo funebre sarà sospeso. Per tutti».

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