Albanese: quanti politici sono sopra le righe...

L'attore presenta Qualunquemente, il film che racconta il trionfale debutto nella vita politica di Cetto La Qualunque: "Si tratta di una sorta di manifesto al contrario di tutte le cose che non ci piacciono nella vita pubblica"

Albanese: quanti politici  
sono sopra le righe...

Non poteva sfruttare momento migliore Antonio Albanese per presentare il suo nuovo film «Qualunquemente», ispirato alla figura di Cetto La Qualunque, l'improbabile politico calabrese nato per divertire il pubblico televisivo e pronto adesso ad attirare anche quello del grande schermo.
Il sesso e la politica sono il tema del giorno e un film come quello diretto da Giuliano Manfredonia e da venerdì sugli schermi italiani (seicento le copie che verranno distribuite) sembra il manifesto di una politica ispirata direttamente al sesso. «Più pilu per tutti» è lo slogan (vincente) di Cetto La Qualunque, che vince le elezioni a sindaco di Marina di sopra (gemellato con Weimer) con ogni mezzo e senza esclusioni di colpi.
L'idea del film è vecchia di tre anni, confessa lo stesso Albanese, ma non poteva esserci momento più propizio dell'hic et nunc per presentarlo al pubblico. Se la storia che racconta è il manifesto politico di un qualunquista al cubo, il messaggio che Albanese (con il cosceneggiatore Piero Guerrera) vuole lanciare assume i contorni di un decalogo al contrario. «Cetto La Qualunque - spiega l'attore - è stato in tutti questi anni una straordinaria lente di ingrandimento per mettere a fuoco quello che succedeva nel nostro paese». «E il nostro film - aggiunge - è un modo per raccontare tutto che non ci piace e per mettere in guardia su cosa potrebbe accadere».
Se però proviamo a chiedere direttamente conto sul suo personaggio, Albanese fornisce risposte spiazzanti. «Cetto La Qualunque oggi è un moderato - affemra l'attore -. E con molti altri politici condivide soprattutto l'essere ridicolo e sopra le righe». Quanto all'attualità del motto «chiu pilu per tutti» che sembra ammiccare ai sexy scandali della politica italiana, Albanese spiega: «U pilu è una cosa veramente quasi astratta, laterale. Il film non vuole raccontare quello. Il problema è una questione etica e morale di rispetto, di buon senso, di garbo. E noi infatti nel film volutamente usiamo gesti, colori e modi molto volgari e pacchiani».
Sul fatto che sia stato scelto proprio un politico calabrese per raccontare certa politica, l'attore assicura: «La Calabria c'entra poco in un certo senso. L'abbiamo usata perché amo i dialetti, dalla Puglia alla Lombardia. Ma avremmo potuto ambientarlo altrove. «Comunque - preconizza - non credo che questa "onda calabra" ci travolgerà tutti».

Se poi si prova a chiedere ad Albanese se si aspetta di vedere al cinema i rappresentanti di quella classe politica che il suo film mette alla berlina risponde con un sorriso pieno di malizia: «Spero di vederli tutti, anche se molti riusciranno anche a non pagare il biglietto».

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