Alessandro Massobrio
All'alba di questo ventunesimo secolo, le dimensioni geopolitiche si restringono lasciando spazio al localismo, dopo l'autentica "orgia" di universalismo che ha colpito il ventesimo secolo. Accade così che, domani, un largo della zona di via Parini , nei pressi della sede dell'Opus Dei venga dedicato a Monsignor Escrivà, il fondatore della prelatura apostolica. Esattamente sessant'anni dopo che il santo era giunto a Genova, prima tappa di un lungo viaggio che lo avrebbe condotto in tutta Europa, nell'immediato dopo guerra, allo scopo di diffondere e dare vita a quella Opus Dei, che può considerarsi il primo esempio di organizzazione cattolica totalmente laicale, secondo le prescrizioni del Concilio Vaticano II.
L'operazione di dedicare un largo ed una targa a Monsignor Escrivà appare quindi quanto mai indovinata, anche perché - come ci rivela il dottor Sergio Rossi, direttore della Residenza genovese delle Peschiere - non si è certamente trattato di una operazione estemporanea. «Dalla beatificazione del '92, in base ad un sondaggio, la zona vicino a via Pisa, risultava a tutti gli effetti, il luogo ideale da dedicare al fondatore dell'Opus Dei. Finalmente dopo tanti anni di proposte e discussioni, il consiglio di Circoscrizione ed il suo presidente Pasquale Ottonello con l'approvazione del sindaco Giuseppe Pericu e dell'assessore alla commissione toponomastica Gianfranco Tiezzi, giungevano alla conclusione di intitolare e apporre una targa in detto luogo».
Questo pomeriggio, nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, in Via Garibaldi 9, alle ore 18, si svolgerà una Conversazione con S.E.R. Card. Julian Herranz - presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi e della Commissione Disciplinare della Curia Romana - dal titolo quanto mai originale "Un mare senza sponde", a cui parteciperanno il sindaco di Genova Giuseppe Pericu e l'assessore Tiezzi e che avrà come oggetto l'inesauribile ampiezza del messaggio cristiano che travalica ogni barriera umana, proprio come un mare senza sponde.
«Dal momento che - come ha fatto osservare Pierluigi Vinai, addetto stampa della Residenza e uomo di punta dellOpus Dei genovese - San Josèmaria Escrivà ha aperto una nuova strada di santificazione nella Chiesa cattolica, ricordando che tutti gli uomini possono raggiungere la santità compiendo il loro lavoro ed i loro impegni quotidiani con spirito cristiano».
Il dibattito sarà coordinato da Cesare Cavalleri, direttore delle edizione ARES, sulle quali è giusto che una volta tanto in ambito giornalistico si faccia l'adeguata chiarezza. Le Edizioni ARES non sono le edizioni dell'Opus Dei, ma semplicemente una casa editrice cattolica, nella quale operano giornalisti e operatori di estrazione cristiana, alcuni dei quali legati, come numerari o soprannumerari all'Opus Dei. È assurdo quindi che ogni volta che appare un articolo o una presa di posizione controcorrente, si addebiti tale atteggiamento alla volontà dell'opera fondata da Monsignor Escrivà di assumere una posizione controcorrente nei riguardi del mondo cattolico. Gli articoli che appaiono su Studi Cattolici sono frutto della libera iniziativa dei collaboratori, sottoposta naturalmente all'approvazione del direttore.
Le celebrazioni per questo evento si sposteranno domani, alle ore 10,30, in largo S. Josèmaria Escrivà, dove verrà scoperta e benedetta una targa che rievoca l'arrivo e l'opera del santo spagnolo, sessant'anni fa, nella nostra città .
Durante il suo primo viaggio in Italia, infatti, Josemaria giunse a Genova e celebrò il 23 giugno, nella chiesa di S. Siro in Prè, la sua prima Messa sul suolo italiano. In questa circostanza il Santo pregò per la città e per il lavoro apostolico che l'Opus Dei avrebbe svolto gli anni futuri. A Genova le attività formative dell'Opus Dei sono iniziate con la benedizione e il costante incoraggiamento del Cardinale Siri nel settembre del 1971, in un appartamento di via Assarotti.
A metà degli anni '90, grazie alla generosità di numerose persone della città si sono potuti realizzare due Collegi Universitari, sviluppando anche diverse iniziative di formazione e di volontariato a beneficio di tanti giovani e famiglie.
Come ha osservato Gianmarco Antonini, «le iniziative formative e caritative dell'Opus sono aperte a tutti e costituiscono un ampio boccale di meriti a cui chiunque con il proprio impegno può inzuppare il proprio pezzo di pane».
Conclusione più bella sarebbe davvero difficile da trovare, soprattutto in questa Italia dove si difende strenuamente una carta costituzionale, fondata sul lavoro. Bello sarebbe che almeno questo lavoro fosse ben fatto.
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