Aldo Siri si trasforma nel «Fini di Genova» e boicotta il centrodestra

(...) E che la sfiducia al biasottiano Aldo Siri (eletto anche consigliere regionale) del 17 giugno di quest’anno non ha fatto altro che esasperare in un clima da separati in casa (mentre l’Udc ha direttamente cambiato schieramento). Dopo un voto contro, un’assenza e un voto a favore della giunta proposta da Cimaschi, Siri giovedì ha nuovamente lasciato la poltrona della sala consigliare vuota. E se c’è chi se lo aspettava ironizzando che «il vento futurista di Gianfranco Fini ha contagiato anche Genova visto che i biasottiani in Regione hanno votato sul piano casa con Sel e Rifondazione», Andrea Cambiaso (già membro del coordinamento degli arancioni) marca le differenze e va all’attacco: «Cimaschi ha rinunciato alla metà dell’assegno che spetta al presidente del Municipio mentre Siri che ha uno studio professionale lo prendeva per intero». Giovedì era presente invece Milena Pizzolo (Lega) che si è presentata con la dichiarata intenzione di votare la nuova giunta nonostante i mal di pancia del giorno prima, quando il municipio ha approvato il bilancio del Comune grazie ai voti del centrosinistra e all’astensione di una parte del centrodestra. Senza contare la bocciatura della proposta della Lega di stralciare dalle spese di Tursi 215 mila euro destinati al trasferimento dei centri sociali al mercato del pesce.

In questo clima e «in attesa che la Sindaco decida di mandare tutti a casa», secondo Alberto Loi «l’unica soluzione è prendere atto della situazione e fare appello ai singoli consiglieri di buon senso di entrambi gli schieramenti che risponderanno alla propria coscienza». Insomma, il fai-da-te della politica.

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