Alitalia: la Borsa ci crede, il titolo decolla

Gli analisti: «Dimostrazione di fiducia nel piano Cimoli. Si scommette sul successo»

Luca Pace

da Milano

Il mercato crede nel piano Cimoli e Alitalia decolla in Borsa. In tre sedute il titolo ha messo a segno un guadagno del 16,6% passando da un minimo di 0,9 euro a 1,05. Elevatissimi i volumi scambiati: solo ieri, con un aumento del titolo che ha raggiunto il 6,7%, è passato di mano il 64% del capitale. Nei giorni scorsi Alitalia in Borsa aveva sofferto non poco, anche per i meccanismi tecnici legati all’aumento di capitale. Il 10 novembre Giancarlo Cimoli, amministratore delegato del gruppo, aveva annunciato l’operazione di ricapitalizzatone a 0,8 euro per azione. Immediata la reazione della Borsa che in pochi giorni ha portato il valore del titolo da 1,5 euro fino in pratica al prezzo fissato per il rifinanziamento. Poi, venerdì a Borsa chiusa, è arrivata la notizia che l’aumento di capitale si era concluso con il pieno delle adesioni, il 99,8% che ha portato nelle casse del gruppo 1 miliardo di euro.
«Una forte dimostrazione di fiducia nel piano proposto da Cimoli», commenta un gestore, che aggiunge: «Il mercato apprezza un’Alitalia meno pubblica e più privata». In occasione dell’aumento di capitale il Tesoro non ha sottoscritto interamente la quota di competenza per diluirsi dal 62,4% a meno del 50%, perdendo la maggioranza assoluta e lasciando alla compagnia lo spazio per stringere nuove alleanze internazionali. Da parte sua Air France, la più vicina al gruppo italiano, non ha fatto mancare il proprio appoggio sborsando durante l’aumento di capitale, 20 milioni di euro per mantenere invariata la partecipazione al 2%. Mentre dal presidente della società d’Oltralpe sono arrivate parole d’elogio al piano. «Alitalia ora è la compagnia aerea con minori costi in Europa» ha detto Jean-Ciryl Spinetta.
In effetti il taglio delle spese operate finora da Cimoli è rilevante. Dai 20.450 dipendenti del 2004, Az Fly (la società che resterà quotata) punta nel 2006 ad arrivare a circa 8.600 persone. Finora più della metà dei 3.700 esuberi previsti dall’accordo coi sindacati ha già lasciato l’azienda. Mentre la fetta maggiore, altri 8.600 dipendenti, verrà trasferita sui conti di Az Servizi. Secondo alcune stime si tratta di un risparmio di circa 400 milioni di euro l’anno. «A questi prezzi il titolo non è sopravvalutato», commenta un analista. «A un euro per azione Alitalia vale quanto il suo patrimonio netto, circa 1,35 miliardi».
È vero che rispetto agli altri multipli Alitalia può sembrare cara: il titolo passa di mano a circa 25 volte gli utili previsti per il 2006 e 6,4 volte il margine lordo. «Si scommette sulla riuscita del piano», spiega un gestore.

«Oggi la compagnia vale meno di 10 volte l’utile 2008 e 4,6 il margine operativo, meno delle colleghe europee». Ottimista un gestore: «La vicenda mi sembra molto a simile a quella di Fiat. Cimoli è un uomo di azienda, guarda ai risultati e qualcosa già si vede».

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