Mentre tanti si affrettano per lo shopping natalizio, alla Pinacoteca Ambrosiana non manca un pubblico di affezionati pronti ad ammirare i tanti gioielli in mostra (il «Cartone di Raffaello», «La canestra di frutta» di Caravaggio, il «Ritratto di Musico» di Leonardo solo per citare i tre più noti). Per il museo quello che sta per chiudersi è un anno straordinario, con 300mila visitatori e un aumento del 20 per cento degli ingressi rispetto al 2023. «Attrarre un pubblico di tutte le età e in cerca di esperienze uniche è la chiave del nostro successo: i musei devono essere non solo custodi di arte e storia, ma anche luoghi di innovazione continua, ricerca ed inclusione», ci ha detto Antonello Grimaldi, segretario Generale della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, mentre visitavamo la mostra appena aperta in Pinacoteca. S'intitola «Giubileo 2024 XVII Centenario del Concilio di Nicea» (fino al 17 giugno) ed è curata da monsignor Marco Navoni e monsignor Francesco Braschi: scandita in due sezioni, presenta manoscritti provenienti dalla Biblioteca Ambrosiana, un patrimonio di tesori (il più noto fra tutti è il celeberrimo Codice Atlantico di Leonardo) normalmente accessibili solo agli studiosi.
Nella prima parte, dedicata al Giubileo, è esposta la grande tavola acquerellata «Bonifacio VIII indice il primo Anno Santo nel 1300», opera di Giacomo Grimaldi della fine del Cinquecento: ricostruisce l'affresco di Giotto, andato perduto, che ritrae il papa dalla loggia di San Giovanni in Laterano mentre indice il primo Anno Santo. In mostra anche la copia trecentesca della Bolla originale con cui Bonifacio VIII indette il primo Giubileo e anche una «Divina Commedia» su pergamena, aperta sui passi del canto XVIII dell'«Inferno», quelli in cui Dante descrive l'incedere dei pellegrini a Roma. La mostra che ci riporta a un evento ormai imminente: il Giubileo che presto papa Francesco aprirà a Roma.
«A proposito del Giubileo che, ogni venticinque anni, commemora in maniera solenne la nascita di Gesù Cristo a Betlemme, abbiamo voluto celebrare anche i 1.700 del Concilio di Nicea dove è stata dibattuta una delle questioni teologiche più discusse: ci si chiedeva se Gesù, come Figlio di Dio, era Dio come il Padre, oppure se era inferiore al Padre, e quindi una creatura come le altre.
Con il Concilio di Nicea si stabilì una volta per tutte il fatto che per la fede cristiana Gesù è Figlio di Dio», ci spiega monsignor Navoni, prefetto della Veneranda Biblioteca Ambrosiana. Tra le opere da ammirare sotto le teche in questa sezione su Nicea, spicca il prezioso «Missale Ambrosianum», manoscritto di fine del Trecento in pergamena.
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